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Erano questi tornesi, secondo Bodino, di bontá di once undici e mezza per libbra e di peso una dramma; ed il fiorino di Firenze era anch'egli di peso una dramma, ed era di bontá di 24 caratti: onde veniva a valere in que' tempi un'oncia d'oro quanto once undici e mezza d'argento a fino per fino.

Onde non è maraviglia se si contano a' nostri tempi l'entrate regie di Francia a tanti milioni, che a' tempi di san Luigi erano cosí scarse, che, rimasto quel santo principe prigioniero di Saladino soldano d'Egitto, ebbe a lasciar pegno a quel barbaro l'ostia consacrata, che il santo re seco portava, per ritornar in Francia a sollecitare in persona l'ammasso di 200 mila bisanti d'oro, ch'era tassato il suo riscatto: eppure 200 mila bisanti non erano che 500 mila lire di tornesi, secondo il calcolo che ne fa il padre di Sonville, riferito dal Bodino nel suo giá mentovato trattatello Delle monete.

Il Luciani volgendo exabrupto la testa, qual mastino punto dal tafano, all'auditore Valentino Turchi, con voce acerba gli rispose: Io non la feci radere perchè Del Rio, Bodino, e gli altri più schiariti scrittori di materia infernale non indicano la parte pilosa, come quella sopra la quale il demonio eserciti per ordinario la sua potenza.

Nella medesima ordinazione è costituito il prezzo all'argento fino di 12 once fiorini 10-1/5, che sono carantani 612; onde l'oro valeva piú dell'argento 11 volte e 72/100; il che, sebbene s'approssima al prezzo che voleva stabilire il Bodino di 12 d'argento per una d'oro, pure mostra che dal 1512 in qua ella era anzi scemata.

Tanto narra il Bodino nel piú volte accennato trattato, sebbene io vedo tuttora aver corso doppie e mezze doppie di Ferdinando e d'Isabella re di Castiglia, che sono di peggior lega e peso delle ordinarie di Spagna: onde ho dubbio grande che il male non cominciasse da Carlo quinto, ma bensí fosse da lui imitato nuovamente.

Ricavò in quegli anni il medesimo Bodino da' libri dell'entrate regie, che piú aveva reso la Francia al suo re in 53 anni, dal 1515 al 1568, che non aveva fatto in 200 anni avanti; e notò che giá in 50 anni erano cresciuti fattamente i prezzi de' campi, che tre volte tant'oro in peso si pagavano di quel che 50 anni prima si compravano; anzi aggiunge che ormai la contea di Avignone rendeva il doppio d'entrata annua di quanto fu giá venduta in capitale, e che il simile, o poco meno, facevano tutti gli altri Stati.

L'accrescimento, che vanno facendo a poco a poco i popoli al valore delle monete contro ogni divieto de' loro principi, è un'infermitá politica de' Stati, che dal Bodino è chiamata, nel suo libro Della repubblica, «morbus nummaricus». Io non saprei a quale fra le malattie del corpo meglio rassomigliarla, che a quei mali cutanei, che, con perpetuo incomodo della persona, non solo ci deformano la pelle e ci tengono in continua agitazione, ma, penetrando qualche volta piú addentro, c'infettano fin nelle viscere il sangue, con pericolo della vita, rendendoci frattanto tardi ed impediti all'altre funzioni.

Non è dunque vero che fosse per lo passato, che sia sempre per essere in avvenire, la stessa proporzione di 12 ad uno fra l'oro e l'argento, essendo molto lontani da quello, quasi sempre, che voleva il Bodino, gli esempi addotti e l'odierna esperienza, che in 100 anni da meno di 12 ella è passata quasi a 15 per uno.

Il che mi fa stupire come Bodino, scrittore intelligente e sottile, si sia impegnato a sostenere che per duemila anni avanti di lui, ed al suo tempo ancora, fosse quasi sempre ed universalmente la proporzione dell'oro all'argento nel valore come da dodici ad uno.

Genesi, XXV, 33. QUINTILIANO, libro IV. FRANCESCO BACONE, Impetus philosoph. MARIN GHETALDO, Archimedis propositiones, XVII. MARCO POLO, II, 39 e 40. RAMUSIO, Navigationes, I, 369. III Reg., X, 21-2. Il chiarissimo autore di quest'opera aveva lasciato il suo ms. vuoto affatto di questi calcoli per Genova e Milano. BODINO, De republica, VI, 3. PLINIO, XXXIII, 9; Cornelio Celso, v, 17.