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E sebbene, per quanto a ogni poco gli dicessero, non avesse mai voluto ballare, pure se lo tenevano in mezzo quegli amici a cui aveva in cuor suo augurato cento volte il malanno.

Ma la Ginevra pensava intanto a ciò che le convenisse fare in quella circostanza. Da cinque anni se ne viveva, quasi prigioniera, in Perugia, o al castello del Trasimeno, senza vedere altre facce che quelle truci ond'era composta la famiglia del Baglione. Mille volte ella s'era augurato di potere uscire almeno a respirare altr'aria, a vivere in mezzo ad altri costumi, perchè troppa era l'oppressione che le derivava da quei soliti obbietti. Ed ora per una combinazione che mai ella avrebbe saputo immaginare, se ne vedeva aperta la via. Ed era la citt

Attilio quella sera aveva osservato il barcheggiare dello scherano, lo aveva riconosciuto per manutengolo di qualche pezzo grosso, e l'occhio suo penetrante, dallo indietreggiare, dalla titubanza e dall'irresoluto contegno di lui, istintivamente aveva augurato male per la sorte della bella fanciulla.

Adesso che lo conosciamo quanto bisogna, pigliamolo caldo. La signora Zita aveva posato sul tavolino il vassoio del ed augurato una felicissima notte al padrone. Ma quella sera il signor Commendatore non sapeva spicciarsi dal suo giornale e il fumava indarno nel vaso. A giudicare dall'apparenza, il signor Commendatore doveva star bene, rincantucciato nel suo sof

Non si sarebbe egli augurato di scender con lei nella fossa? Come desidera rispose la Luisa. E s'avviò a capo chino, divorando le sue lacrime, ma giunta che fu sulla soglia non potè a meno di voltarsi indietro, e in forma di timido invito chiese a Vergalli: Non vuole?...

Non ho mai augurato, sarò mai per augurare alcun male ai miei nemici; sarei anzi lietissimo che passassero da questa a miglior vita. Una lettera raccomandata quasi sempre ci reca denaro; alle persone raccomandate il più delle volte convien darne. Alle molte lingue che ancora si parlano preferisco le lingue morte, e fra le morte prediligo quelle di Zurigo.

In teatro gli davan noia gli applausi prodigati ad un tenore, come di cosa che gli levassero a lui: sulla pubblica piazza avrebbe augurato il capitombolo ad un saltatore di corda, ad un mattaccino, per tutte le prodezze che sapevano fare, e che tiravano troppo l'attenzione della folla.

Uscì poco dopo e volle rimanere a rischiararmi la strada finchè io non ebbi svoltato verso la chiesa. Mi volsi parecchie volte ed osservai che man mano svaniva sul suo musettino il sorriso di riguardosa premura con cui mi aveva augurato la buona notte. Don Luigi era arrivato da Novara. Era tanto soprappensiero quando entrai, che non si mosse.

Così il cantafavole; e il popolaccio, con villano patriottismo, ne secondava l'imprecazione, gridando: Mora Firenze! e viva Pisa volevasi ricordare che il ciurmadore istesso, poco prima o poco dopo, avrebbe in Firenze augurato col rabbioso Ghibellino che la Capraja e la Gorgona chiudessero la foce dell'Arno, sicchè in Pisa annegasse ogni persona.