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Sotto l'oppressura di una indigestione solennemente cattolica, io mi accingo ad un lavoro altrettanto grave che proficuo; a scrivere la Storia di Milano dall'anno 1836 al 1848. Voi tosto comprenderete che io scrivo dietro incarico di un editore, al quale preme, se non mi inganno, di aggiungere due nuovi volumi alle opere del Verri e del De-Magri, oggimai screditate completamente.

¹⁸ La frase interrogativa: A lu Spitali veni pri pezzi? ¹⁹ Quattromani, Lettere su Messina e Palermo, n. LVII, pp. 213-14. Palermo, 1836.

Rara e debole quindi la diffidenza nei capitalisti e nei banchieri, alle casse dei quali ad ogni urgenza ricorrevasi attingendo oro che spensieratamente si profondeva, e «usando della loro fortuna come i fanciulli dei giocherelli»³¹⁹. ³¹⁹ G. Quattromani, Lettere su Messina e Palermo, p. 48. Palermo, 1836.

Essa altro non brama fuorchè di por piede entro le mura di Roma, per abbracciare il suo vero marito, dal quale fu per lunga pezza disgiunta. Qui mi fu d'uopo narrare dettagliatamente l'istoria del mio incontro coll'Ascolana a Grottamare, l'intendimento del viaggio, e tutto insomma dall'a alla zeta quanto ci era accaduto. Storia di Milano dal 1836 al 1848. STORIA DI MILANO dal 1836 al 1848

Innocenzo XIII aumentò 20 per cento su l'ambo, e 80 per cento sul terno. In Francia questo giuoco datava dal 1776: fu abolito nel 1793: riattivato nel 1797, venne soppresso nel 1836. In trentotto anni rese al Governo due miliardi! Adesso in Toscana crebbero il prezzo della giuocata, e diminuirono il premio della vincita.

All'epoca in cui trovasi il nostro racconto, cioè nel 1836, in Livorno più non parlavasi della signora Guglielmi e dei gi

Sui primi del luglio di quell'anno 1836, un Augusto Conseil, affiliato alla polizia parigina, era stato chiamato al ministero dell'interno e spedito in Isvizzera con una missione riguardante gli esuli.

A questa lettera succedeva una lacuna di quattro anni, che Lorenzo non poteva colmare, digiuno com'era della cronaca genovese di que' tempi. Aloise, soltanto, colle sue memorie di casa alla mano, avrebbe potuto dirgli che un anno di poi il giovine Montalto aveva ottenuto, mercè le poderose attinenze del fratello a Torino, di tornare senza pericolo nei felicissimi Stati del re di Sardegna, e che nell'autunno del 1836 era in Genova, stanco, malinconico, infastidito, rifuggente da ogni compagnia, sebbene da molti desiderato, segnatamente dalle donne, alle quali era argomento di curiosit

Ecco qui, per esempio, brevemente, quella di Jay Gould, il colosso delle finanze nord-americane. Egli nacque miserabile, nel 1836, in Roxbury, Stato di New-York, da una famiglia di contadini che possedeva poche vacche, e la sua prima occupazione fu quella di aiutare le sorelle a pascolare e mungere le bestie.

D'altronde, non l'ho io veduta coi miei propri occhi la Storia di Milano dal 1836 al 1848? Questa riflessione mi fa incanutire venti peli della barba, ma in ogni modo mi conforta e mi infonde lena al lavoro. Aduniamo le nostre reminiscenze senza ordine senza legge come vengono. Cosa era Milano dal 1836 al 1848? O piuttosto: qual era Milano?