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Aggiornato: 29 giugno 2025
Oimè!» rispose Voisin; «non mi domandate di più; i segreti domestici del mio padrone devono essere sempre sacri per me.» Emilia, sorpresa da quest'ultima espressione, e sopratutto dal tuono di voce con cui avevala pronunziata, non volle fare ulteriori domande.
Voisin lo rassicurò, e le lagrime attestavano la sua sincerit
Un interesse più vivo, l'imagine di Sant'Aubert, occupava allora tutti i suoi pensieri, ella si rammentò la musica della notte precedente, e ne parlò a Voisin. «Voi non siete stata la sola,» le diss'egli; «l'ho udita anch'io; ma ciò m'accade così spesso a quell'ora, che non ci bado più.
Emilia colpita da queste ultime parole, come se per la prima volta avesse conosciuto il pericolo del padre, alzò la testa; le sue lacrime si arrestarono, e guardandolo un momento con l'espressione di un'insopportabile afflizione, fu assalita dalle convulsioni, e svenne. Le grida di Sant'Aubert attirarono Voisin ed Agnese, che le apprestarono tutti i possibili soccorsi, ma per lunga pezza indarno.
Voisin lo salutò garbatamente, e gli rispose con civilt
«Perchè non pranzeresti con me giovedì prossimo da Voisin?» Era appunto giovedì. Nancy ritelegrafò: «Perchè no? Alle otto?» Oh, che eccitamento allora, che agitazione! I bagagli da fare, e i telegrammi da mandare a Fräulein! Che gioia, che fretta, che confusione! Nancy, ogni momento, lasciava lì tutto, e si sedeva, esclamando: Forse non dovrei andarci!
«Non mi resta più che una figlia,» disse Voisin, «ma fortunatamente essa è maritata e mi tiene luogo di tutto. Quando morì mia moglie,» aggiuns'egli sospirando, «io andai a riunirmi con Agnese e la sua famiglia. Essa ha parecchi figli, che voi vedete ballare laggiù, allegri e grassi come tanti fringuelli.
Voisin comprese aver troppo prolungato il tema, e l'interruppe dicendo: «Ma noi siamo all'oscuro; abbiamo bisogno di un lume. No,» gli disse Sant'Aubert, «preferisco il chiaro della luna: non v'incomodate, caro amico. Emilia, amor mio, io sto ora assai meglio di quel che non lo sia stato tutto il giorno.
Voisin viveva ancora, e sembrava godere, come in passato, della placida sera di una vita senza rimorso. Era seduto innanzi alla porta della sua casa, compiacendosi della vista dei nipotini, che scherzavano intorno a lui, e di cui ora il suo riso, ora le sue parole eccitavano l'emulazione.
Era sur alcune lettere della marchesa che, partendo dalla valle, Emilia vide piangere il padre; era al di lei ritratto ch'egli aveva fatto sì teneri baci. Una morte sì crudele può spiegare l'emozione cui dimostrò quando Voisin la nominò a lui dinanzi. Egli volle esser sepolto presso al mausoleo de' Villeroy, ove giaceano le ceneri di sua sorella. Il marito di questa essendo morto nella Francia settentrionale, ve l'avean sepolto col
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