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Aggiornato: 28 luglio 2025
Una bellissima signora bresciana, proprio quella dei «più begli occhi d'Italia», apriva in quel giorno la marcia. Giunta al letto di Aminta, entrò nella stretta, si avvicinò al suo capezzale, e gli domandò con la sua vocina soave come avesse passata la notte. Sognando di Lei; avrebbe risposto il 153.
Quel giorno Agenore anticipò la visita, parlò al suo ammalato con una vocina anche più carezzevole del solito, tanto da farsi rivolgere da Ernesta tenere occhiate riconoscenti, a cui due giorni prima non avrebbe forse saputo dare la giusta interpretazione.
Signori, non resistano Ci disse con voce rauca. Nessuno rispose; egli se ne andò... Oh! avessimo avuto un revolver! Lei deve aprirci la porta Ripeteva intanto sul cassero una vocina melliflua, a cui rispondeva l'accento ben cognito del capitano: Mi rincresce, ma fu perduta la chiave... l'assicuro però che quello è il mio spogliatoio...
Io! rispose una vocina molle, carezzosa, la quale si capiva che doveva vibrar su due labbra anch'esse sorridenti in quel momento. La porta si aprì, ed entrò una giovane signora, ravviluppata in una magnifica veste da camera, coi capelli sciolti e cadenti sulle spalle in un disordine delizioso.
Diamine chi non sa che il signor De Boni è... È che cosa? Il padre... .....putativo, aggiunse subito lo speziale col tono più dolce della sua vocina insinuante. Fè una smorfia, ammiccò cogli occhi e ripetè sempre più piano; Putativo... pu... ta... ti... vo. Eh!! L'ultima esclamazione voleva dire: vedete che questo speziale può ancora insegnarvi qualcosa, signor presuntuoso? Come?
Ah! rispose il dottore, con una vocina di flauto, non mi mortifichi; creda che non so perdonarmi d'averle messo in capo certe idee.... Non m'ha messo in capo nulla; le ho gi
Aveva l'aria d'un cortigiano aspirante che facesse la sua pratica nell'etichetta di corte. Quando lo conobbi mi fu antipatico. Quando l'udii parlare, il suo accento straniero e la sua voce sopra tutto la sua voce finì di rendermelo repulsivo. Era una vocina di testa, con una nota cavernosa nel naso, che ad ogni tratto risuonava come una corda spezzata.
Viva, viva! strillava Fortunata con la sua vocina. E continuava, rossa dall'emozione: Ah, ecco l'Uscocca, ecco l'Uscocca.... Mamma, babbo, presto, guardate Leonardo.... Come sta bene!
«Se i vicini ci sentono» disse infine una vocina sottile e sommessa, «si fa la figura di tanti matti!» Quel personaggio che non osava inoltrarsi era il marito della terribile Contessa: il conte e cavaliere Venceslao Portomanero, professore a duemila e duecento lire nel regio Ginnasio di Verona.
Uno squillo sottile e prolungato rispose allo scrollo potente che il sagrestano, avvezzo alle corde del campanile, aveva dato all'esile cordicina verde che uscia da un buco dell'imposta. Pochi istanti dopo, un rumor di passi si avvicinò e una vocina fievole chiese chi fosse. Son Baccio. E la porta si aperse.
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