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Allor l'ombra soggiunge: "Domattina, amor mio, "Voglio farmi coraggio! Vo' chiederti in isposa "A tuo padre..." Ad un tratto cordiale e fragorosa Scoppia, come una folgore, una risata in alto. Gi

Vedete mo che ingegno ha quel capo ameno di Felicino! Egli è giunto a sciogliere un problema, pel quale io mi vo beccando da dodici anni il cervello. Abbandonarsi all'ignoto, lasciar operare il dio Caso, ragionare co' piedi, equivale a sfuggire il tran tran della vita. L'equazione è perfetta, e un matematico non ci troverebbe nulla a ridire. Applichiamola dunque!... E prima di tutto, che cosa farò io tra dieci minuti? che bestia! cominciavo a ragionare! non debbo, non voglio sapere, che cosa farò tra dieci minuti.... Auf! che sonno! andiamo a dormire; sar

PIRINO. Egli vi ama tanto che, per far libera voi, s'è fatto servo e, per ricomprar voi, s'ha fatto vender per ischiavo e, per rischiarar gli oscuri nuvoli de' vostri affanni, s'è fatto piú oscuro dell'istessa oscuritá. MELITEA. Io non t'intendo. PIRINO. L'intenderete poi. Ma or vo' scoprirvi tutte le cose che son passate ne' vostri amori. MELITEA. Orsú, di' via.

Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; Giovanna o altri non ha di me cura; per ch'io vo tra costor con bassa fronte>>. E io a lui: <<Qual forza o qual ventura ti travio` si` fuor di Campaldino, che non si seppe mai tua sepultura?>>. <<Oh!>>, rispuos'elli, <<a pie` del Casentino traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano, che sovra l'Ermo nasce in Apennino.

PANURGO. Haigli tu rotta la testa, come t'ho detto, in farmi aspettar tutta questa mattina? MORFEO. Signor no, perché mi disse avervele inviate, e datomi tante buone ragioni che mi parve degno di scusa. PANURGO. Io la vo' adesso rompere a te che non fai quello che ti comando. MORFEO. Eh, padron, per amor di Dio, quel che non è fatto, pur siamo a tempo di farlo: ci andrò adesso.

e la lingua, ch’avëa unita e presta prima a parlar, si fende, e la forcuta ne l’altro si richiude; e ’l fummo resta. L’anima ch’era fiera divenuta, suffolando si fugge per la valle, e l’altro dietro a lui parlando sputa. Poscia li volse le novelle spalle, e disse a l’altro: «I’ vo’ che Buoso corra, com’ ho fatt’ io, carpon per questo calle».

Al fine de le sue parole il ladro le mani alzo` con amendue le fiche, gridando: <<Togli, Dio, ch'a te le squadro!>>. Da indi in qua mi fuor le serpi amiche, perch'una li s'avvolse allora al collo, come dicesse 'Non vo' che piu` diche'; e un'altra a le braccia, e rilegollo, ribadendo se' stessa si` dinanzi, che non potea con esse dare un crollo.

Qui mi vo' pigliare licenza, che so che ai miei lettori parr

Disse Marfisa: Volontieri accetto e vi ringrazio della esibizione; anche mia moglie condurrò al palchetto, perch'abbia un poco di ricreazione; ma vo' per grazia e per aver diletto e per far bella la conversazione, che voi facciate al palco anche venire quel ciarlatan che vende l'elisire.

Per questa strada di qua a Lidio me ne vo; ché in casa forse sará. SAMIA serva, LIDIO femina, LIDIO maschio. SAMIA. Bene è vero che la donna è sopra la pecunia come il sole sopra il ghiaccio; che, del continuo, lo strugge e consuma. Non prima lesse Fulvia la polizza del negromante che la mi dette questa borsa de ducati perché io a Lidio suo li porti. E vedilo a punto .