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Aggiornato: 27 luglio 2025


Il quondam Gano empiuto avea i suoi scrigni nel stabilir cotesti re genia, ed agl'incolleriti, a' visi arcigni era stato flagello, epidemia. Ricordi a Carlo avea dati maligni col Credo in bocca e coll'Avemaria, massime che si den tenere oppressi i sudditi inquieti per se stessi, e che si denno piluccare e mugnere, ché l'uom senza danari è mansueto.

Il menestrello ha cantato l'amore delle nobili donne, il valore dei prodi cavalieri molte bionde fanciulle diventarono pallide per lui, e molti visi bruni diventarono di fuoco; egli sorride, ama, canta e parte. Fino a che una gelosa donzella gli d

I santi incollati come cadaveri sulle sue pareti parlavano con una scritta fuori delle labbra, il crocifisso era il loro tipo, e la morte sola il perchè della loro rappresentazione, mentre le vergini sporgenti da un sacco, segnato con uno sgorbio, non mostravano che i piedi e i visi piatti del pari. Perchè sarebbero state belle? Ma la bellezza tornò.

La pruova che il passato ha esistito bisogna abbandonarla, bisogna dimenticare; e perchè anche l'ultimo profilo delle rimembranze si cancelli, bisogna lasciare il fedele testimonio della vita trascorsa. Staccarsi da tutto, annullare, fare il vuoto. È uno spasimo acuto. Si vagola per le camere, sogguardando lungamente, quasi a volersi imprimere nella mente ogni linea; non si va più fuori quasi a prolungare i momenti della permanenza; non si scambiano che brevi frasi; le fanciulle sono malinconiche, i vecchi parenti si fanno pensosi. Il giorno della partenza viene: i visi sono pallidi e scomposti, si va e si viene senza far nulla, quasi per distrarsi; si resta seduti sopra un baule a guardare tristamente i mobili che se ne vanno; la casa è piena di persone estranee, di facchini ruvidi, di voci irose; la casa è profanata, manomessa, sembra una chiesa dove sia passata un'orda di cosacchi. I mobili se ne vanno, se ne vanno, e si è ancora , in un angolo polveroso a guardare, a prolungare quello strazio interno: vengono i vicini a salutarvi e si scopre che quella gente era buona ed onesta; che tormento! Passano, passano le ore, pare un triste sogno; è invece una realt

Se Franciscolo Pusterla...» Proferito questo nome, Ramengo si recava sulla sua, con una di quelle pause a tempo, che sono il giuoco dei maliziosi, e girava uno sguardo aggressivo su tutti quegli impavidi visi, come per succhiellarne il pensiero più arcano.

Linee orizzontali, fuggenti, rapide e convulse, che taglino brutalmente visi dai profili vaghi e lembi di campagne balzanti daranno l'emozione plastica che suscita in noi colui che parte. È quasi impossibile esprimere con parole i valori essenziali della pittura.

E quasi peregrin che si ricrea nel tempio del suo voto riguardando, e spera gia` ridir com'ello stea, su per la viva luce passeggiando, menava io li occhi per li gradi, mo su`, mo giu` e mo recirculando. Vedea visi a carita` suadi, d'altrui lume fregiati e di suo riso, e atti ornati di tutte onestadi.

Le vie, le piazze, le logge, i poggiuoli, le terrazze, riboccavano di popolo. Un grido inarticolato, continuo, frenetico, ci salutò. Le donne, massime, curvandosi fuori delle finestre sin quasi a precipitarne, ci protendevano le braccia, con occhi, con visi, con detti deliranti. Hanno pigliato me e lei per Garibaldi e sua figlia.

Vibrò Ramengo un'occhiata fra loro; fissò con sguardo scrutatore quei visi, ed accertatosi che fra quelli non v'era chi lo conoscesse per veduta, o gli potesse interrompere i disegni suoi, scese, e col parlare si diede a conoscere per loro compatrioto.

Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno, che cacciar de le Strofade i Troiani con tristo annunzio di futuro danno. Ali hanno late, e colli e visi umani, pie` con artigli, e pennuto 'l gran ventre; fanno lamenti in su li alberi strani. E 'l buon maestro <<Prima che piu` entre, sappi che se' nel secondo girone>>, mi comincio` a dire, <<e sarai mentre che tu verrai ne l'orribil sabbione.

Parola Del Giorno

rampogni

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