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Aggiornato: 27 giugno 2025


L'amico era intento a disfare il mazzolino delle violette ed a riporre i fiori sciolti dentro una busta grande e forte, una busta da fotografi, per ritratti. Non vieni a tavola? È ora? I suoni della tromba: «Mensa ufficialirisposero per Roccaforte. Eccomi! Cacciò la busta coi fiori sotto il guanciale, e si rivoltò.

Con tale determinazione mi recai da un giardiniere ed acquistai delle violette mammole e dell'eliotropio. Il mazzetto voleva dire: modestia, vi amo con ebbrezza. Avrebbe essa inteso o indovinato il mio pensiero? era dubbio; ma in ogni caso i miei fiori avevano un significato evidente, e ciò bastava per darmi la prova del suo aggradimento o del suo disprezzo.

Pel campo francese? Così è, amico, e penso adesso che tu potresti fare il medesimo e venire con noi. Di giorno menar le mani a buona guerra come gli altri; di notte, a chiaro di lampione, ritrarre col rossetto in carta le faccie lustre e violette de' caporali ubbriachi.

Maravigliosa, ripetè il Casalbara con due o tre altri colpetti della mano ai ricciolini gialli; poi odorò il mazzo di violette che aveva all'occhiello, si grattò leggermente il ginocchio colla punta delle dita e tornò a fissarla coll'occhialetto. Vi guarda, gli disse Kloss.

Costanza. Quegli che detesti. Mortella. Ah, come puoi dir questo? Costanza. Quando parlava, tu pendevi dalle sue labbra. Quando era per giungere, non contenevi la tua impazienza. Spiavi il suo arrivo dal Belvedere. Ti precipitavi per le scalee a incontrarlo. Mortella. Non è vero. Costanza. Sapevi che gli piacevano le violette di marzo, e passavi ore e ore a cercargliene nel lecceto.

Portava un paio di scarpine molto leggere; nel muovere i piedi, una cadde. Le sue ciglia troppo nere, curvate, illuminate, ingrandivano le palpebre quasi violette; un riso fermo le scopriva la dentatura scintillante; le narici calde si aprivano, quasi palpitassero ansiose di respirare la volutt

Tali discorsi portavano naturalmente il mio pensiero al mazzetto gettato alla contessa Savina, e pensavo: chi sa, se vedendo una rosa, delle violette e degli eliotropi, essa rivolger

Non amate le rose? le chiese Paolo Spada. .... . Forse amate qualche altro fiore, specialmente? No, nessun fiore, specialmente. Io ho amato molto il giglio, una volta, poi le violette di Parma, poi le orchidee.... Che sono, le orchidee.... Certi fiori molto rari, molto strani.... Non li conosco mormorò ella, distratta. Pure, un lieve pallore l'aveva scolorita. Egli non se ne accorse.

Aggiungete che la marchesa si era lasciata cadere quella notte dallo scollo della veste un mazzolino di violette di Parma; che il conte Gino lo aveva raccolto e che la marchesa glielo aveva lasciato ritenere, mostrando a tutta prima di non avvedersi neppure del fatto.

La sera era splendida. Il tramonto cangiava il sottile vapore, che impregnava l'aria, in una polvere di oro. Le montagne di Amalfi si disegnavano a sinistra, a tinte violette e frangiavano l'orizzonte. Il mare che si confondeva con l'infinito del cielo era calmo e voluttoso, come il seno di una fanciulla che non abbia ancora palpitato di amore. Non uno spiro di vento.

Parola Del Giorno

s'alceste

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