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Aggiornato: 24 giugno 2025
Di conti, Lorenzo non conosceva altri, per allora, che il Nelli di Rovereto; ma la lettera non poteva venire da lui, che egli aveva veduto mezz'ora innanzi al capezzale di Aloise. D'altra parte la soprascritta faceva mostra di certi graziosi uncinetti, che non indicavano punto la mano di un uomo; e non veniva da un uomo quell'essenza di violetta che profumava la lettera.
La medaglia doveva portarsi appesa ad una fettuccia a quattro liste: bianca, rosea, violetta e scarlatta in memoria delle ali, del mantello, della picchiettatura nonchè della coda, della criniera e delle creste degli otto draghi del plaustro della fata Scarabocchiona.
Alfredo sorbì un'altra tazza di latte fresco, e si assopì per circa un'ora, sognando della sua infanzia, di Violetta e di Zaira la quale lo invitava colla mano ad entrare nella piccola porta del Paradiso. «Infanzia beata tu sei passeggiera, come l'onda del rivo che scorre fra l'erbe, e di te non resta che una smorta memoria.»
La Gallinella era forse invidiosa di Violetta, ed un pochino gelosa di Alfredo. La cronaca non lo ha scritto e noi non ne sappiamo niente. Ciò pel quieto vivere. Del resto osservando bene il volto sempre smorto, le sottili labbra della bocca ed i denti un po' scuri, oltre agli occhiettini di lince, sarebbesi detto, forse a torto, che la signorina Merope, dovea essere distinta fra le invidiose.
La casa di Violetta Kutuf
Violetta era escita dalla casa della Indovina più mesta che prima. Non si è mai potuto penetrare, quali auspici dell'avvenire madama Proserpina le avesse fatti. Violetta, appena risposto, con seriet
Per oltre un mese le rappresentazioni dell’opera del cavaliere Petrella si seguirono con favore crescente. Il teatro era sempre pieno, gremito. Le acclamazioni a Leonora scoppiavano furiose ad ogni fine di romanza. Un singolar fenomeno avveniva: tutta la popolazione di Pescara pareva presa da una specie di manía musicale; tutta la vita pescarese pareva chiusa nel circolo magico di una melodia unica, di quella ov’è la farfalla che scherza tra i fiori. Da per tutto, in tutte le ore, in tutti i modi, in tutte le possibili variazioni, in tutti li stromenti, con una persistenza stupefacente, quella melodia si ripeteva; e l’imagine di Violetta Kutuf
Tutta bianca al tornar del nuovo aprile Fiorìa la siepe e tiepida fluiva Per ogni verde riva La tua fraganza, o violetta smorta. Per queste balze andava essa gentile Cogliendo fiori come in un giardino, È morto il biancospino, Morta è la siepe insiem da ch'ella è morta.
Alfredo si abbandona vestito sul letto, e non dorme. Se un momento resta assopito, pensa a quella sua eterna Violetta. Volea lagnarsi di lei ma no'l può, e finisce come al solito, col tentare di darle un bacio tremante, senza esito felice. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Per quanto riflette poi il sognare sempre di Violetta, lo si potrebbe spiegare nel senso, che se Alfredo pensava a lei tutto il giorno, era più facile che ne sognasse la notte.
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