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Aggiornato: 20 maggio 2025


Dissi ben io che ci saria che fare che tu voglia ora uscir de la calcina, ch'altrui non par sentir mai che l'offenda per fin che non l'ha roso in fine a l'osso. A te verrá come al villanel suole, che, per cogliere il mele ai nidi d'api, si ferma che, prima che si parta, guasto n'ha malamente gli occhi e 'l volto.

12 Non avea messo ancor le labra in molle, ch'un villanel che v'era ascoso appresso, sbuca fuor d'una macchia, e il destrier tolle, sopra vi sale, e se ne va con esso. Astolfo il rumor sente, e'l capo estolle; e poi che 'l danno suo vede espresso, lascia la fonte, e sazio senza bere, gli va dietro correndo a più potere.

Qual v'ha Meandro all'acque tue simile? Qual altra auretta i cor tanto ricrea? E come, fuor del consüeto stile, Qui il villanel di belle arti si bea! Qui leggiadri pittori ebbero cuna, E lor opre Varallo in copia aduna.

Al Sole in breve tempo le viole col strame il villanel sul Carro assetta: Matto chi teme la mortal saetta, ch'anco l'Imperatrici uccider vole. Però de' sciocchi avrai sul Carro imperio s'indugi, donna, piú mentre sei bella, ché 'l Sol d'ogni bellezza invecchia e more. Godi, pazza! che attendi? godi 'l fiore! fugge del Sol il Carro, e il cimiterio la nera Imperatrice empir s'abbella.

Sul caldo umor, che la ferita piove, Tutto si bagna, e nel morir si scuote: Tal veggiam traboccar quercia di Giove, Che con bipenne il villanel percote; Ei del carro talor con travi nove Vuol ristorar le fracassate rote, E taglia il piè di pianta aspra, selvaggia, Ed ella ingombra in sul cader la piaggia.

Parola Del Giorno

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