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Aggiornato: 15 maggio 2025
Per che modo Dio pota i tralci uniti con la predecta vite, cioè i servi suoi, e come la vigna di ciascuno è tanto unita con quella del proximo, che neuno può lavorare o guastare la sua che non lavori o guasti quella del proximo. Sai che modo Io tengo poi ch'e' servi miei sonno uniti in seguitare la doctrina del dolce ed amoroso Verbo?
Non c'è che lei, per farlo; e sarebbe la man di Dio pel nuovo giornale. Questa volta il pavone fece a dirittura la ruota. Sicuramente rispose egli, mettendosi sul grave. E sebbene io non abbia troppa domestichezza colla lingua.... Del resto, sentano, signori miei; bisogna confessarlo una volta; la lingua italiana è povera, assai povera. Che diavolo dice? esclamò il classico Vigna.
È ben sicuro d'averli veduti! tornò a dimandare il tenente un po' seccato. Co' miei occhi.... ripicchiai insolentemente. Prenda i suoi uomini e faccia un giro per tutta la vigna, osservando attentamente tutti i punti all'intorno: anzi sar
Gesù Maria Joseph! gemeva la signora Angelica. Gesù Maria! rispondeva la signora Rosina, congiungendo le palme. Che inverno! che siberico! Povera vigna! Povero Gigantesso! Jesus Maria Joseph! Jesus Maria!
E de la discrezione nell'obedire, e dell'opere e del premio del vero obediente. Tucti v'ho messi nella vigna de l'obbedienzia a lavorare in diversi modi. A ogniuno gli sará dato il prezzo secondo la misura de l'amore e non secondo l'operazione né misura del tempo; cioè che piú abbi colui che viene per tempo, che quello che viene tardi, sí come si contiene nel sancto Evangelio.
E non si ristá mai di potare la vigna de l'anima sua, e di divellere le spine delle cogitazioni, e ponere le pietre delle virtú fondate nel sangue di Cristo crocifixo, le quali ha trovate ne l'andare per lo ponte di Cristo crocifixo, unigenito mio Figliuolo.
In un'amena vigna del mio paese sorge una casina, dove un tempo Schiller, come si dice, avrebbe composto il Don Carlos. Ogni anno un centinaio di forestieri devoti contemplano il buco triangolare nel pavimento, che sarebbe servito da cestino al poeta.
Però egli s'occupava del bene del cugino come del suo proprio.... aveva esaminata la faccenda sotto tutti gli aspetti, e non trovava altra via che questa: potersi presentare un bel giorno al padre della ragazza, e dirgli: mastro Cruciano, ho spegnata la vigna, ho spegnata la casa, ho qui una ventina d'onze per le spese del matrimonio.... Ma per far questo ci volevano dei soldi; il cugino avrebbe un bello spremere le sue forme, soldi non gliene darebbero certo.... Ne aveva fatto mai col lavoro? no: nemmen lui.
A questo, che l'ho sí caro, vo' far de le gambe palanche. LISTAGIRO. Oh bene! E de le braccia salci. Ella è la vite che a le tue palanche si leggherá co' salci. E questa tutta sará la vigna. PILASTRINO. E noi i lavoratori che ricoglion il vin senza sementi, sol per zappare e saper ben congiungere le palanche a le viti.
Così pensando, sceglie cinquecento de' suoi più animosi e provati; li fa calare a tarda sera dal monte che corre alle spalle di Castelfranco e si rovescia con essi sullo steccato di Vigna Donna. Dalla marina altri ne escono in numero di forse trecento, e li comanda Barnaba Adorno, che non ha voluto abbandonare il suo ospite, poichè il giorno delle tristi prove è giunto ancora per lui.
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