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Aggiornato: 17 giugno 2025
Vestiva una tonaca informe di lana bruna sciolta ai fianchi e cadente sopra un paio di rozze scarpe allacciate a mo' dei sandali antichi con striscioline di cuoio. La testa era nuda, cinta da pochi capelli lunghi e svolazzanti dietro l'orecchio, col segno della sacra tonsura ancora visibile benchè da parecchi anni sconosciuta al rasoio.
In simili pensieri, e via rapito da una muta contemplazione, trascorse qualche tempo in mezzo alle sue fanciulle che gli si eran strette intorno. Gli ultimi raggi del sole intanto s'eran del tutto ritratti dalla vetriera che copriva la sala, e la pallida luce crepuscolare, attraversando i vetri, a fatica vestiva di un color cupo e misterioso tutti gli oggetti che stavan d'intorno al duca.
Il Palavicino crollò il capo, guardò i mille colori di cui il sole, svariando di minuto in minuto, vestiva i colli Sabini, mandò anche un tristissimo sospiro, come portò la fama; volse uno sguardo assai grave all'onda gialla del Tevere fuggente... ne fu addoloratissimo, ma la lucida stella era scomparsa. Sventurata Ginevra!!
E la Virginia sempre seduta al camino, o sulla porta della cucina, non faceva che comandare: e vestiva quasi come una signora, col grembiale sempre nuovo e il fazzoletto di fulard; mentre la povera sgobbona tremava quando aveva consumato un paio di zoccoli e doveva chiederne un paio nuovo!...
Si vestiva sempre così bene; aveva di sè una cura infinita; i suoi trent’anni parevan meno di venticinque; si vedeva ch’era impossibile, per lei, far a meno dell’amore. Sapeva cucire, cantare; sapeva scegliere i bei libri e tagliare le fine stoffe, dipingersi un po’ troppo gli occhi e suonare a memoria Bach; sapeva rendere piena di tentazione la mia vita deserta.
Vestiva corsaletto di lamine di acciaio a rabeschi d'oro, sopra di cui gittato un manto soppannato di pelli preziose, e fermato da scheggiale di gemme.
Vestiva lindo, ma severo; portava un'ampia cravatta bianca che gli fasciava due volte la gola, e le cui due punte giungevano a stento a riunirsi in un piccolo nodo davanti; aveva un panciotto verde a rigoni, un ampio soprabito col bavaro di pelo e faceva passare continuamente da una mano all'altra una lunga canna di zucchero sormontata da un grosso pomo dorato.
Chi l'ha visto più? E... Fortunata? Chi ne sa più nulla? L'impiegatuccio, dopo aver accesa la sigaretta con un fiammifero della scatola di Graziella, se ne andò, lentamente, tutto pensoso. Ma la stiratrice gli aveva mentito per compassione. Pochi giorni prima, a Santa Lucia, ella aveva adocchiata Fortunata, con un bambinello. La fiorista vestiva di nero.
Lì presso al tabernacolo stava immobile un uomo di persona più alta della comune; vestiva cappa di panno oscuro, cinta strettamente alla vita. Il suo sembiante...... oh! il suo sembiante era tale, che chi lo mirava per nessuna altra cosa sapeva più supplicare l'Eterno, se non per ottenere dalla sua piet
Vestiva un abito di una mezza tinta, che ricordava un po' la peluria delle tortore, un po' quel pulviscolo dorato che copre gli alberi in autunno; e terminava ad ogni lembo, al giro del collo, all'apertura delle maniche, con una striscia di pallido rosa.
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