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Aggiornato: 18 giugno 2025


XV. Germania Confederazione. Non bisogna attribuire agli uomini (uomini sono anco i Principi, persone umane anco i governi) intenzioni sovranamente generose, o gratuitamente crudeli; troppo grossi pensamenti, troppo acuti. In questo rispetto Napoleone III fu da' suoi ammiratori calunniato, troppo più che se fossero suoi nemici. Per torcere le parole di lui a servigio delle proprie speranze, affermavano che quanto egli dice, è il contrario di quello che sente; dal che per vero le promesse all'Italia acquisterebbero senso troppo sinistro. Altri pensò che la pace di Villafranca non fosse che un artifizio per lasciare l'Austria impacciata nel Veneto, quasi un laccio di morte: altri per contrario pensò che l'accostarsi all'Austria era un'alzata d'ingegno per dividerla da Inghilterra, così come l'accostarsi a Russia era stato un voler mettere l'Inghilterra in pensiero. Altri ordiva una trama di ragionamento più fina; e diceva così: Francia non può permettere che Germania sia una, che diventi nazione davvero. Finchè Polonia viveva, vigile e minacciosa tra Germania e Russia, con la lancia sempre in resta contro la schiatta Germanica, la più invaditrice che sia sulla terra; l'Europa poteva affidarsi: ma, dopo la grande iniquit

Il volume dell'Inchiesta agraria consacrato dal compianto Morpurgo ai Contadini del Veneto attesta che nel mio giudizio non c'è alcuna esagerazione. Del Mantovano e di qualche altra zona della bassa Lombardia si potrebbe dire altrettanto.

Copia de una lettera scripta da Uzunhasan al Doxe nostro nell'anno 1472. Marino Sanudo, Cronaca ms. nell'Archivio Cicogna. Commissione a Giosafat Barbaro, ambasciatore veneto in Persia. Quod ser Josaphat Barbaro oratori designato ad ill.mum dominum Ussonum Cassanum fiat haec commissio.

Un'altra terminazione dei Dieci del 27 febbrajo 1498 ([I[more veneto]I], cioè 1499) ordina lo stampo di altri 100 ducati d'oro in bagattini [I[solitae stampae]I] per la comunit

Poichè l'esercito veneto della rovina repubblicana accentuò il proprio carattere di istituto di beneficenza, pullularono come una fungaia i corpi degli invalidi, o dei benemeriti, senza contare i nuclei di militari fisicamente inadatti al servizio, non inquadrati in unit

Questo valoroso principe fondatore della dinastìa dei Sufiani, non mostrava minore desiderio del veneto senato, a stringere l'alleanza, e ad unire le proprie armi a quelle della repubblica.

Massimo dovette partire per il Veneto, e partì, lasciando nelle mani della bella Vincenzina il suo cuore. Se una palla austriaca non la faceva finita, egli sperava di tornare almeno capitano. La sua sposa l'avrebbe conquistata sul campo di battaglia.

Ma era troppo tardi. L'esercito Veneto cadeva giusto allora sotto la rovina della Repubblica, ed i provvedimenti escogitati dal Savio alla Scrittura Leonardo Zustinian non servirono ad altro che a formare argomento di curiosit

«La più settentrionale delle armate austriache, la sesta, aveva per linea di rifornimento Vittorio-Conegliano-Sacile. Bisognava dunque conquistare Vittorio Veneto tagliando questa linea. Poi, puntare con azione avvolgente su Feltre, cioè sul tergo del Grappa, facendolo cadere per manovra. «Subito dopo, raggiungere la convalle bellunese, puntando per le vie del Cadore e dell'Agordino.

Così dopo una settimana potè curarsi la mano del veneto ferito la prima notte, impassibile come uno spartano, arguto come un ateniese. Il chinino ci restituì una mezza dozzina di malati della terzana: ma senza lacryma-cristi e senza bistecche non erano sanabili altri sei o sette esinaniti dalle fatiche.

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