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PRUDENZIO. giú per quel trivio. MALFATTO. Non erano se non doi, recordatevene bene, e non tre. PRUDENZIO. L'è vero. O camina, adunque; e torna tosto. MALFATTO. Quanto tosto volete ch'io venga? com'un sasso? PRUDENZIO. E camina, poltronee! ch'in questo mezzo voglio andare ad informandum curiam. MALFATTO. Oh mastro! oh mastro! Io non li veggio. PRUDENZIO. Va' correndo giú per quella via.

non ti maravigliar, ché ciò procede da perfetto veder, che, come apprende, così nel bene appreso move il piede. Io veggio ben come gi

Ti veggio, simìle Ad angiolo sorta, Il vedovo amico. E me sostener. Ti veggio splendente Di gioie supreme; Ti veggio accennante Le sedi, ove insieme La pace de' forti Dovrem possedor! Quonium pius e misericors est Deus. Piangimi, o dolce Genitrice: a Dio No, non è oltraggio il tuo materno pianto.

Cercate 'ntorno le boglienti pane; costor sian salvi infino a l'altro scheggio che tutto intero va sovra le tane>>. <<Ome`, maestro, che e` quel ch'i' veggio?>>, diss'io, <<deh, sanza scorta andianci soli, se tu sa' ir; ch'i' per me non la cheggio. Se tu se' si` accorto come suoli, non vedi tu ch'e' digrignan li denti, e con le ciglia ne minaccian duoli?>>.

GERASTO. Signor Narticoforo, oh come vi veggio volentieri! NARTICOFORO. Signor Gerasto, oh come opportune advenis! Voi siate gli ben trovati! GERASTO. Signor Narticoforo, di grazia, dite, chi sète voi? NARTICOFORO. Signor Gerasto, di grazia, dite, chi sète voi? PANURGO. Desidererei saper ben prima da voi: sapete chi sia io? GERASTO. Io lo so bene.

LÚCIA. Faccia mia scusa la fanciullezza mia, ché inver non so darti risposta. CALONIDE. E che vuoi che risponda? che non ha mai parlato con alcuno quanto or con te. Ve', ve'! Dimmi, Filocrate. Chi è quel vecchio? che ogni lo veggio passar di qua. FILOCRATE. Piú presto di', ci impazza: ché, secondo che ho inteso, è innamorato costí di Lúcia e la torria per moglie. Guardalo, un tratto.

Or veggio meglio che nol posso fare e mancare a' miei detti: ond'io, in ciò, voglio che la necessitá l'errore iscusi. Ma non ti veggio, Girifalco, lieto com'io vorrei.

Io stimo esser nato con questa malattia non solo nelle budella ma nelle midolle dell'ossa, tutti i sciroppi, medicine e servigiali del mondo non la possono cavar fuori.... BALIA. Mastica Mastica! MASTICA.... Io sento che lupi, che cani piú di cento leoni nello stomaco; io non vorrei far mai altro che mangiare, non mi veggio satollo mai, anzi quanto piú mangio piú cresce la rabbia.

da l'altro cinghio e dismontiam lo muro; che', com'i' odo quinci e non intendo, cosi` giu` veggio e neente affiguro>>. <<Altra risposta>>, disse, <<non ti rendo se non lo far; che' la dimanda onesta si de' seguir con l'opera tacendo>>.

23 Veggio la santa croce, e veggio i segni imperial nel verde lito eretti: veggio altri a guardia dei battuti legni, altri all'acquisto del paese eletti: veggio da dieci cacciar mille, e i regni di l