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Aggiornato: 25 giugno 2025
Il cielo era puro, ma di un turchino grigiastro, ove una brezza tagliente ed uggiosa sforzavasi a connettere dei lembi di nuvole bianche.
La seconda era piccola e ben fatta; la terza grande e grossa e gigantesca; la quarta è bella e sembra alquanto astratta, ma gli occhi l'appalesano furbesca; la quinta alcun diria che fosse matta, ed era la cagion di quella tresca, del sghignazzar che prima si facea, perché ciò che dicesse non sapea, e sempre ragionava alla distesa, non guardando piú al nero che al turchino.
Idillio perpetuo di anime innamorate, la villa Valguarnera era la reggia tra le case principesche della verde vallata. I padroni vi tenevano corte bandita di cavalieri e di dame, di amici e di vassalli, di servitori e di valletti, ai quali offriva comoda residenza in ampie stanze, grandi saloni con quadri, pitture ed ornamenti, un teatro artisticamente decorato ed orti e frutteti e boschetti e giardini pensili e logge e cortili e fonti e statue e quella Montagnola che è la più deliziosa delle colline, il più giocondo asilo della pace e della poesia. Man mano che si va su pei larghi avvolgimenti di quella vetta, l’occhio si perde, tra i due promontorî, nella vista del mare turchino, nelle lontananze cerulee, nelle variet
Certo il mare, il mare turchino che alla spiaggia aveva il fruscio della seta, non aveva tremolato mai così vago, nè il sereno aveva brillato mai così vivido, nè l'aria aveva mai, così limpida, rivelati in tutta la loro smagliante freschezza i colori e le forme delle cose. Per tutto la vita, la gioia della vita si appalesava, zampillando diffusa, intensa, vittoriosa.
Ah, ah, oh, oh, eh, eh... Don Procolo si asciugò gli occhi bagnati col suo fazzolettone turchino, esclamando: Ah vecchi giovinastri! Quando il Cavaliere potè riprendere il fiato, continuò: Ciò che oggi mi tiene in pensiero è che il telegramma dello zio Catarro l'ho mandato fin da mezzodì e io aspettavo Battistone non più tardi delle tre.
Era una bella giornata di giugno, venuta fuori dopo un'acqueruggiola fitta, che pareva avesse dato una mano di calore a tutto il verde della campagna, al turchino del cielo, alle case, al villaggio, al campanile e ai monti lontani, che si disegnavano nettamente sull'orizzonte, senza penombra, e senza sfumature.
Va a fare la sua corte alla Fioresi, disse Fausta, che lo seguiva con l'occhio. In fondo alla terrazza, a sinistra di chi entrava, Giselda Fioresi era seduta con la madre. La fanciulla dalla chioma fulva indossava un abito leggero color turchino con le maniche di prezioso merletto.
Dopo e questo è l'ultimo quadro della storia di quell'anno meraviglioso egli giacque sul lontano scoglio africano, nel suo letto di morte, pallido e muto, coperto col mantello turchino di Marengo, col busto marmoreo di suo figlio, il Re di Roma, ai piedi; i suoi amici fedeli Bertrand ed Antommarchi ed i suoi servi stanno in ginocchio, piangendo. Il sole si tuffa in tal momento nel mare.
Silvia era seduta sopra una sedia a bracciuoli, una gran seggiola a rotelle, tutta imbottita e tapezzata di velluto turchino; e presso a lei, sopra una seggiola più bassa il giovane sconosciuto che io aveva veduto al corso e al teatro.
E come ubriaca si tirò verso l'uscio e se ne andò, nel momento che si portava il fazzoletto turchino agli occhi. Rimasi stordita davanti alle mie favolose ricchezze, e ci volle un bel pezzo prima che la mia ragione comprendesse in che cosa io l'avessi offesa.
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