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Aggiornato: 29 giugno 2025


Infatti era naturale supporre che Tuccio fosse venuto a Pistoia per lui, e non avendolo trovato subito, ed essendosi imbattuto a caso nel Buontalenti, vecchia conoscenza, di Arezzo, si fosse accompagnato un tratto con quest'ultimo.

Tuccio di Credi non rispondeva; era allibito; era rimasto di sasso. Ma non era rimasto di sasso il vecchio gentiluomo che lo aveva condotto lassù, e che non poteva intendere le ragioni di quella gran collera di Spinello Spinelli. E non si fosse trattato che di collera! Ma c'era di peggio; c'era il segno di una gravissima ingiuria, o d'una terribile vendetta.

Una vera trovata, per un pittore come voi, che fa, a detta universale, i bei visi di Madonne e di Sante. O forse non l'avevate ancora osservata? No; rispose asciuttamente Spinello. Osservatela, maestro, osservatela. Proprio adesso che guarda in aria. L'occhio ha una grande espressione, mi pare. ; disse Spinello per farla finita con le esortazioni di Tuccio.

Tuccio di Credi, per contro, era diventato livido come un cadavere. Ma gi

Buono a nulla! esclamò Spinello, con accento di dolce rimprovero. È la coscienza che me lo dice; replicò Tuccio di Credi; e perciò vi domando licenza di andarmene. Quando è così... se ad ogni modo lo vuoi, disse allora Spinello, sia fatto secondo il tuo desiderio.

Quando era una cert'ora, Tuccio di Credi si avvicinava all'amico e gli diceva: andiamo! Spinello si alzava e lo seguiva senza far motto, come un fanciullino segue la madre. Tornati al loro alloggio, la vecchia padrona di casa dava loro il lume acceso e la buona notte. Era una vita monotona. Ma ai grandi dolori queste vite convengono.

Tuccio di Credi non sapeva che pensare; non sapeva che dire; aveva perduta la testa. Poco mancò che dimenticasse perfino di chiudere la bottega. Escito di l

Tuccio di Credi guardò il dipinto e si sentì correre un brivido per tutte le vene. Quella rovina d'angioli era veramente un miracolo di fantasia e di esecuzione. L'arcangelo Michele si vedeva in alto, atteggiato a battaglia come un paladino antico, e così fiero all'aspetto, così forte all'assalto, da rovesciare ad ogni colpo un nemico. La battaglia poteva dirsi gi

Questi sono i tuoi compagni di lavoro; Tuccio di Credi, Parri della Quercia, Cristofano Granacci, Lippo del Calzaiolo, il Chiacchiera... cioè, diciamo prima il nome che ha avuto a battesimo, Angiolino Lorenzetti, e poi diremo quello che gli hanno appioppato le persone intendenti.

Tuccio di Credi rimase un momento sopra di , come se volesse raccogliere le proprie forze; indi, con voce sepolcrale, diede il triste annunzio ai compagni: Spinello Spinelli, l'ultimo venuto a bottega, sposa la figlia di mastro Jacopo. Un grido di meraviglia accolse le parole di Tuccio. Come lo sai? domandò il Chiacchiera.

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