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Aggiornato: 29 giugno 2025


Che vuol dir ciò? chiese il vecchio gentiluomo, con accento severo. Spinello mio, non recate voi forse offesa a Tuccio di Credi, che ha avuto il torto di fare una semplice osservazione al vostro dipinto? E perchè una ingiuria così grave, senza cagione, ad un compagno d'arte, all'amico della vostra giovinezza? Spinello era ridisceso in quel punto dal trèspolo. Senza cagione! gridò egli.

I garzoni di mastro Jacopo non potevano mandar giù la fortuna del nuovo venuto e meditavano una grande risoluzione. Escludo dal numero Parri della Quercia, che non partecipava alle loro malinconie per dolcezza di carattere, e Tuccio di Credi che aveva scagliato il sasso e nascondeva la mano.

Pure, notò il Chiacchiera, questo Spinello, che non è un pittore, e neanche un principiante, con due tratti di penna ce l'ha fatta ravvisare alla prima. Bella forza! esclamò Tuccio di Credi. È una somiglianza ottenuta nel complesso; buon per lui che non è andato ai particolari. La sua parsimonia gli ha fatto buon giuoco. Vedete qua; con due tratti di penna vi ha data un'aria di madonna Fiordalisa.

Che cosa ha da importarne ai massari? disse Tuccio di Credi. Se l'opera piacer

Tuccio di Credi torse le labbra e diede un'alzata di spalle. Baie! diss'egli -I contorni non si mutano mica così facilmente! Sar

Come scolaro, non nego; ribattè Tuccio di Credi. Mastro Jacopo ha le sue debolezze, come le ha avute sant'Antonio. Ma neanche sant'Antonio ha portato il suo protetto in paradiso. E non era da immaginare che mastro Jacopo dovesse dare sua figlia a Spinello Spinelli. Sapete che gi

Nessuno di costoro salì in eccellenza nell'arte del dipingere, quantunque due, come vi ho detto, lo avrebbero potuto, cioè Parri della Quercia e Tuccio di Credi.

E il vostro e quello di Tuccio mi saranno carissimi. Tuccio di Credi, così chiamato a parte della gioia di Spinello Spinelli, lasciò di macinar colori, per rispondere col suo accento grave, che pareva scaturire dagli abissi: Siate felice! E voi mi sarete compagni alla cerimonia, non è vero? ripigliò Spinello, che era avvezzo al tono di voce dell'amico Tuccio e non doveva farne più caso.

Tuccio di Credi, del resto, soffriva anche lui la sua parte. S'era fatto più cupo e più verde del solito. Quella potenza d'ingegno che niente bastava ad uccidere, la perdita di Fiordalisa, un matrimonio fatto a suo mal grado, gli riusciva molesta. Di sicuro, egli non poteva argomentarsi di competere mai con Spinello Spinelli.

Scusate, gli disse fermandolo, forse vi faccio una domanda indiscreta; ma il sentimento che mi consiglia è d'uomo che vorrebbe giovare a' suoi simili. Messere, rispose Tuccio di Credi, inchinandosi. Il vostro aspetto e di uomo ragguardevole. Vogliate dirmi in che cosa io possa compiacervi. Vedo ogni giorno con voi un giovinotto dall'aspetto assai triste; ripigliò il vecchio gentiluomo.

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