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Aggiornato: 26 giugno 2025


Mentre scrivo luglio 1894 sette mesi sono trascorsi dal giorno della proclamazione dello Stato di assedio, l'ordine non è stato menomamente turbato e le prigioni d'Italia rigurgitano ancora di prigionieri siciliani, e a Favignana, Pantelleria, Lampedusa, Ponza, Ustica, Lipari, Tremiti, Porto Ercole, ecc., si contano a centinaia i cittadini condannati a domicilio coatto senza alcun processo e spessissimo senza che mai per lo passato abbiano avuto da fare colla giustizia e colla polizia.

Di quei giorni m'ammalai. Da gran tempo mi aspettavo a questo; avea preveduto il mio male, lo avea sentito serpeggiare per le vene, e mi ci ero rassegnato. Il medico ne fece carico ai nervi, ed io penso che non s'ingannasse. Sorpreso a quando a quando da tremiti improvvisi alle gambe e sentendomi ogni più debole, fui costretto a tenere il letto. La mia ripugnanza per quell'inerzia forzata cui era condannato mi fece parere insopportabile quel supplizio. Siccome però la mia testa era libera, e la mia intelligenza conservava la sua lucidit

Uscito dalla casa penale gli andò sopra con un coltellaccio e glie lo ficcò nel ventre fino al manico. Il Carbone parlava di questo omicidio con dei tremiti i quali rivelavano che la belva aveva ancora sete di quel sangue. Il Carbone mi diceva che la sua famiglia era agiata e possidente.

I bambini nati nei sifilicomi, i figli senza padre delle femmine che partoriscono in galera, i concepiti nel delirio alcoolico, nei tremiti forieri dell’epilessìa, i mostri delle gravidanze infantili, i contaminati, che le ciurme da sbarco lasciano alle meretrici vagabonde, parevano atroci caricature dello scheletro umano, appesi al collo delle dame di carit

La sera, nella cameretta del terzo piano, la fanciulla pallida, disfatta, seduta al povero desco, non toccava cibo, ma colle labbra riarse e i tremiti della febbre, cercava ancora di confortare, di consolare il babbo. Il signor.... Kloss aveva promesso.... In quel punto arriva un signore con due guardie. La denuncia era stata fatta un'ora dopo la promessa del perdono.

Bevette fin che non ne potè più, e poi si abbandonò sulla carogna del suo cavallo, incapace di più muoversi, in preda ad un dolore di testa infinito; in preda a certi tremiti, a certi vomiti spaventosi, che poi cessarono, lasciandogli una grande sfinitezza e facendolo cadere in un supremo letargo.... Un dolore terribile ai polsi lo fece rinvenire. Spalancò gli occhi.

La poveretta aveva finto di obbedire all'ordine pietoso del farmacista, ma, invece di andarsi a coricare, aveva passato quelle lunghe ore, rannicchiata su di una seggiola, a piedi del letto del suo padrone, compulsandone il respiro, contandone i tremiti, e veniva ad avvertirci che Don Luigi si era svegliato, che sospettava la presenza del medico e che era pronto a riceverlo.

Lo avvinghiò col corpo magro, serpentino; lo baciò come una pazza sugli occhi, sulla bocca, sul petto, soffocandolo col fiato caldo, mormorando parole rotte dai singulti, dai tremiti: Prendimi, prendimi, prendimi!

Amo Giorgio Della Valle rispose lentamente Maria, senza tremiti nella voce, senza muover ciglio, senza arrossire. Dinanzi alla colpa, infame e ipocrita, del duca, ella si sentiva forte, si sentiva fiera del suo amore così alto, così puro. Amo Giorgio Della Valle; e non voglio che questo affetto, il quale ha saputo vincere il mio cuore, vinca un giorno anche la mia coscienza, e voglio fuggire.

Parola Del Giorno

s'alceste

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