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Aggiornato: 15 giugno 2025


Siamo nella sala superiore della trattoria del Teatro. La sala del pian di sopra, che gi

Scusami, ma tu hai torto (dicea Cirillo ad Alfredo, mentre cenavano alla trattoria, la quale, causa la folla impreveduta, serviva lenta ed era esausta di provviste). Bisognava ribattere, con disinvoltura, lo scherzo del Commendatore, fosse pure fatto con intenzione, e non trascorrere all'ingiuria. Ma che c'entra Violetta, ma che c'entra il sig. Aringa? Non ti sei accorto, che si tratta di abitudine per parte del secondo e di un po' di vanit

E anche il desinare è uno spettacolo per chi si ritrova impensatamente, come accadde a noi, in una trattoria vasta e rischiarata come un teatro, formata d'una sala unica, cinta d'una larghissima galleria, dove si sfamano insieme cinquecento persone, rumoreggiando come una grande assemblea di buon umore.

Entrati in Digione, con grandissima nostra sorpresa, trovammo aperte tutte le botteghe; andammo alla solita trattoria... era quasi deserta; quanti di quelli che erano soliti a frequentarci non avevano lasciato la vita, nel breve volgere di otto o dieci ore!...

Che c'è di nuovo disse un po' seccato Alfredo e lesse: Alfredo. Partito Cuneo, arrivato qui ora. Compagnia distinta operette, quattro prime donne assolute, giovani, dieci coriste, uomini sette, brava gente, io Direzione. Ti aspetto trattoria Ramolaccini stassera ore 9. Ceneremo compagnia tutti. Bacio. Tuo Golasecca.

E quando il suo mecenate giungeva in trattoria, Menico diceva alle chellerine: Presto, presto, ragazze: che c'è il cugino dell'avvocato Placidi. Ma, sul principiare dell'autunno, il mecenate scomparve, con disperazione grande dell'infelice Menico, che non sapeva darsene pace e spesso esclamava a voce alta: Ma che ne sar

Il vecchio non sapeva mettersi in pace: un odio sordo s'alimentava di continuo in lui contro quello "spregiudicato usurpatore" ed era odio così implacabile che se solamente il professore passava per caso dinanzi alla trattoria di Tricesimo, dove il Morganti soleva bere la sua tazza di birra facendo con gli amici la partita a tresette, il suo viso diventava scarlatto e la vista gli si annebbiava da non distinguere più le carte che aveva tra mano.

Il solo che passava imperturbabile tra quel frastuono era Bruno; abituato al rumore dalla nascita, non si stupiva di nulla, che si pranzasse alle dieci di sera, che si cenasse al tocco dopo la mezzanotte, che la brigata intera corresse a una trattoria invece di far colazione in casa. Aveva gi

Però, se Giusto volesse vedere il signor Ippolito dopo il tribunale, tornasse alle diciassette in punto, che a quell'ora per abitudine dava una capatina a casa, prima di andare alla trattoria a desinare. Il pittore ne sapeva quasi abbastanza. In qual paese di Brianza? domandò alla portinaia. A Barzanò.

Sulla via? In tal caso i preti si sarebbero fregate le mani e creduti indisturbati nel luogo santo. Dove dunque? Ora aveva trovato una soluzione. In Chiesa e nella via, purchè Narciso Rossi avesse mantenuto la promessa. L'avrebbe mantenuta. Era idealista e perciò fedele. Lo chiamarono al telefono. Dalla trattoria, donde gli portavano la cena, gli domandavano se la voleva di grasso o di magro.

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