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Aggiornato: 19 giugno 2025


BALIA.... Sennia intanto, la madre d'Olimpia, trattò matrimonio col capitan Trasilogo nostro vicino; e come quello che ne stava innamorato, s'accordò subito: talché s'inviò a chiamare Olimpia, ché fusse ritornata a Napoli.

SQUADRA. Io non so se non portagallina. TRASILOGO. Sai maneggiar questa spada a due mani? SQUADRA. Meglio assai quella a duo piedi; però seria bene che mi locaste nella retroguarda. TRASILOGO. Quel loco è del capitano acciò possa soccorrere dove è il bisogno, e dietro questo cantone sosterrò l'impeto della battaglia. SQUADRA. E voi, savio, vi ponete al sicuro.

LAMPRIDIO. Presto, ché l'allegrezza mi scorre per tutte le vene di trovarmi con lei e disturbar il matrimonio tra lei e questo capitano furfante. TRASILOGO. Oimè, non posso piú tenermi che con un pugno non gli rompa la testa e non li schiacci quell'ossa. LAMPRIDIO. Mastica, chi è questo rompiosse e schiacciateste? MASTICA. È quel capitano che vuol prender Olimpia tua per moglie.

Tu, porta queste mani a' fianchi; tu, alza la testa, che mi pari un bufalo o barbagianni; tu, con questa fionda sta' in questo luogo, e se alcuno cavasse la testa fuor dalla finestra o tetto, ferisci con essa e togli le difese; tu, Squadra, fermati innanzi la porta, che hai questo cuoio di dante. SQUADRA. E questa spada di Petrarca. TRASILOGO. Con questa spada poniti in portafalcone.

MASTICA. Ho tempo, ché non sète cosí presto pagatore a chi dovete. TRASILOGO. Fa' che la tavola mia ti paia foco. MASTICA. Pensi da vero che non possa vivere se non mangio in casa tua? Tu bevi ad un bicchiero cosí picciolo che bevendo par che pigli il siroppo.

LAMPRIDIO. , perché ci vogliamo romper la testa insieme. TRASILOGO. La testa mia io la vo' sana; se la vuoi rotta tu, battila in quel muro. LAMPRIDIO. Per parlarti piú chiaro, dico che ferendoci tra noi ci vogliamo cavare un poco di sangue. TRASILOGO. Sangue ah? ne ho poco e buono; se soverchia a te, vattene ad un barbiero che con poca spesa te ne caverá quanto vuoi. LAMPRIDIO. Hai paura di me?

TRASILOGO. Però lascia tante parole: comincia. SQUADRA. Cominciarò. TRASILOGO. Se avessi cominciato non aresti tolto questa fatica a dirlo. SQUADRA. Dammi l'orecchio. TRASILOGO. Eccoti l'uno e l'altro. SQUADRA. Poiché questo romano si è finto Eugenio e sotto nome di fratello di Olimpia è intrato in casa di Sennia con dir che Teodosio sia morto dieci anni sono,...

TRASILOGO.... e che un romano abbia a tormi la sposa promessami?... SQUADRA. E il peggior è che Olimpia non vi può sentir nominare.

MASTICA. Voi mi lodate, ché sempre mi ho conosciuto asino intiero. TRASILOGO. Tanto è. MASTICA. Non è tanto, no: misurate bene che senza cagione volete rompere l'amicizia meco. TRASILOGO. Dio voglia che non ti rompa la schena insieme con acqua di legno come infranciosato.

Ho tanta virtú in questi occhi che stando irato non è persona di intrepido core che vi possa fissar lo sguardo.... SQUADRA. Che sète forse basilisco? TRASILOGO.... Non sai tu ch'ovunque vado vien meco la morte e lo spavento? e ovunque volgo lo sguardo fo tremar l'istesso ardimento, come proprio fusse il terremoto?... SQUADRA. Perché vien la morte con voi?

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