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Dinanzi all'osteria di Muzio Scevola, in Trastevere, sventolavano un sabato sera le bandiere tricolori e quelle gialle a rosse del Comune di Roma, e dalle finestre delle casupole vicine pendevano tralci di lauro, ai quali erano appesi i lampioncini di più colori, pronti per la illuminazione.

Non versa a te l'oblìo della menzogna Il vin che invecchia nelle oscure celle, Dolce vendemmia degli antichi tralci, Che ruppe ai padri il tedio doloroso: al gioco cerchi o alla superflua mensa O al tripudio di Venere danzante, Come de' pari tuoi l'agile sciame, Contro all'acerba Idea sonno e riposo. No, tu sei giusto.

È silente intorno a me la campagna: solo le squille di una campana lontana mi giungono attraverso il bosco, come le voci venerande di chi non è più, versandomi nell'anima i ricordi del passato: s'agitano i penduli tralci delle viti, quasi facendomi cenno ch'io mi raccosci sotto i loro padiglioni e pianga: scrosciano sotto a' miei piedi le foglie secche dei roveri, ed ognuna parmi dica: Così passano e sono calpestate le speranze! : il vento investe il bosco, e l'ondeggiare delle cime dei pini mi sembra saluto mestissimo dell'autunno che muore.... Addio!...

Per che modo Dio pota i tralci uniti con la predecta vite, cioè i servi suoi, e come la vigna di ciascuno è tanto unita con quella del proximo, che neuno può lavorare o guastare la sua che non lavori o guasti quella del proximo. Sai che modo Io tengo poi ch'e' servi miei sonno uniti in seguitare la doctrina del dolce ed amoroso Verbo?

Una gittata di dadi fra le tenebre, fra i deliri. È silente intorno a me la campagna: solo le squille di una campana lontana mi giungono attraverso il bosco, come le voci venerande di chi non è più, versandomi nell'anima i ricordi del passato: s'agitano i penduti tralci delle viti, quasi facendomi cenno ch'io mi raccosci sotto i loro padiglioni e pianga: scrosciano sotto a' miei piedi le foglie secche dei roveri, ed ognuna parmi dica: Così passano e sono calpestate le speranze!

Così, polvere e cenere divenne ciò ch’io toccai. Seccarono le polle. Avvizzirono i tralci e le corolle, e morte, in vita, in suo poter mi tenne. Tu, nato troppo presto o troppo tardi, per me creato ed a me occulto, solo perch’io son sola, indifferente al volo degli anni, se nel tuo deserto guardi!...

Qualsiasi altro giardino non avrebbe vestito meglio la casa bizzarra alle cui muraglie nere salivano i tralci dei rosai con una violenza di fioritura che nessun artificio frenava.