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Se uomini piccoli cadono dall'altezza dei grandi, ove non li collocò la propria forza intrinseca, ma la debolezza dei tempi, si ha una fine terribile, non tragica. La caduta di Napoleone è per contro forse la tragedia più grande della storia del mondo.

Ma la soave figura di quel quadro era appena malinconica: le sue guance rotonde, la sua piccola bocca, la sua fronte liscia non esprimevano la sovrumana tragedia della sua vita; solo gli occhi appannati lasciavano indovinare come un pianto di rugiada. Poi tutto fu inutile, Bice non potè pregare.

È l'era dei grandi individui. Qualunque sia l'idea alla quale s'immolano o il fatto nel quale soccombono, la loro tragedia non muta: mentre tutto il popolo guarda nell'immobilit

Dal Carcere delle Murate, questo 4 giugno 1852. Gli occhi infiammati, e pregni Di lagrimevol riso; Roca sonar la voce, e le parole Con subiti sospiri; Stare inquïeto, andare Frettoloso, e voltarsi Spesso, quasi altri il chiami. Son certissimo segno Di un antico furore. CANACE, tragedia antica

Questa pittura così varia e così coscienziosa nel ritrarre il paese e la sua vita, non ha rappresentato una scena di quella grande tragedia, come la chiamò, profetando, Guglielmo il Taciturno, che destò nel popolo olandese, per lungo tempo, tante diverse commozioni di terrore, di dolore, d'ira, di gioia, di orgoglio!

La tragedia che minaccia ogni uomo nella vita lo aveva finalmente colto: la patria risorta per morire diffidava di lui, non voleva morire con lui. Nessun'offesa, nessun maggior dolore per una coscienza di cittadino e di poeta.

Tanto, egli era in cammino, e un foglio più, un foglio meno, non avrebbe mutato gran cosa nelle sue condizioni. È ben vero che a questi patti il signorino poteva stampare la sua tragedia da capo a fondo; ma qui bisogna notare che le critiche dell'amico Bertone gli avevano messa una spina nel cuore. Se Filippo avesse ragione! diss'egli tra . Stampiamo per ora i frammenti.

Avendo saputo che c'era a Sondrio in quel momento un capocomico generalmente stimato come uomo esperto nell'arte sua non solo, ma altresì di molto merito letterario, gli mandai il manoscritto pregandolo di leggerlo, e di dirmene francamente la sua opinione. Pochi giorni dopo mi restituì la tragedia, con una lettera cortesissima, ma sincera.

Metter soverchia attenzione allo spettacolo, era forse disdicevole; starsene troppo colla persona rivolta nell'interno del palchetto, le pareva scortese; insomma, ella era sulle spine, e potè dire in cuor suo, come quel re da tragedia: oh, quanto pesa la gloria!

In quell'anno ritornò il viaggiatore Prinetti dopo un soggiorno di quasi trent'anni nell'Africa centrale, ed avendo conosciuto la contessa in una gita, fu da lei invitato alla villa per divertire Bice coi propri racconti meravigliosi. Allora egli non era così grasso; aveva il viso adusto e solcato da sofferenze di ogni sorta, sebbene respirasse quella calma degli animi forti, che avendo toccato il fondo della vita ne ritornano consolati della sua inevitabile tragedia. A Bazzano la sua piccola famiglia, dalla quale aveva dovuto fuggire d'un colpo, non esisteva quasi più. Era partito con mille franchi, e non era tornato che con poche migliaia di lire, frutto di una magnifica collezione di farfalle venduta a due ricchi inglesi di Porto Said: ma una improvvisa agiatezza lo attendeva nella vecchia casa. Il padre, morto tardi e solo, dopo aver dato met