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Aggiornato: 13 giugno 2025
Quando i coloni venivano o per pagare gli affitti o per ricevere qualche disposizione, e la Vige, piena di titubanza, recavasi a bussare alla porta dello studio per avvertirne il padrone, questi si sentiva profondamente contrariato, e talora lasciavasi andare a vive parole d'impazienza. La Vige tutta intimorita scusavasi del suo meglio: non sapeva come fare, vi era forzata.
Maria, un giorno tanto bella!... Ma un improvviso, un prepotente pensiero superò ogni titubanza: Maria moriva per amor suo!... E a questo pensiero Giorgio sentiva anche dinanzi a quello spettacolo d'orrore delle intime seduzioni, e guardandola ancora, gli sembrò che tinte rosee incarnassero quelle guance scarne, affilate, e che vi risplendesse come un ultimo bagliore della sparita bellezza.
Aperse pianamente l'uscio, rialzò la cortina, non senza un resto di titubanza, e spinse l'occhio nella ricca camera che, per la lampada a smeriglio giallo, languiva in una soave penombra d'oro.
Io mi trovava posto in una titubanza terribile era il caso dell'incudine e del martello e considerando che l'accusato era un Dente bianco, e faceva parte di quella tribù di cui doveva starmi specialmente a cuore il favore; che egli apparteneva alle alte sfere governative, nelle quali è stabilito il principio che una mano lava l'altra, che questa appropriazione sarebbe stata considerata nel mio paese come una bagattella di nessuna importanza, come uno spostamento di cifre (è la parola addottata da alcuni governi costituzionali per definire i furti governativi) credetti mostrarmi abbastanza severo nel pronunciare una sentenza che lo spogliava semplicemente della sua qualit
«A togliere qualche ultima titubanza entra il pensiero che solo a questo patto potremo essere utili a Ezio, il quale senza di noi resterebbe senza asilo e senza conforto: e il poverino non ha tardato a dimostrarci la sua compiacenza. Egli trover
Ritornato a Firenze, la titubanza della Signoria e la timida insufficienza del Soderini dovettero ancora fargli sentire più vivamente quello che avrebbe potuto diventare il Valentino signore di Firenze.
Quella esitazione avvelenava la mia gioia. Scorgevo in lui, adesso, quello che prima non vi era mai stato, cioè una titubanza continua, una inquietudine che non arrivava a reprimere. Di che temi? gli chiedevo, guardandolo negli occhi. Di nulla, cara mi rispondeva, guardando in su, per isfuggire alle mie indagini. E mi ami, mi ami?
E qui, con molta titubanza e con una espressione d'amarezza che non può dirsi, gli raccontò la mala riuscita del suo tentativo. Giunto appena a Milano, era corso a trovare il suo benefattore; il quale, avendogli letto nell'animo da' primi dì che il conobbe e sapendo gi
Alvise era infatti nella sala dei quadri e quando Mattia Sant'Angelo entrò stava ordinando alcune carte sulla scrivania posta presso uno de' grandi veroni, dov'era il busto marmoreo di Sebastiano Morò. Il professore ristette con un involontario atto di titubanza presso alla soglia. Ma il conte subito sorse in piedi e gli mosse incontro.
Raimondo fu sorpreso della apparente freddezza delle mie parole e passeggiò agitato per la camera arrestandosi tratto tratto a me dinanzi come volesse interrogarmi e l'animo non gli bastasse. Non ti ha detto nulla? domandò qualche istante dopo con titubanza. Molte cose. E ti ha parlato di me? non ha egli cercato di venire a trovarmi?
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