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Aggiornato: 7 giugno 2025


Timido per temperamento e perchè della societ

Io le chiesi a voce bassa, timido, come un amante: Che pensi? Penso che non avremmo mai dovuto partire di qui.... È vero, Giuliana. Le rondini talvolta, quasi ci rasentavano, con un grido, rapide e rilucenti come strali pennuti.

Ella in pari tempo ravvisò in lui un giovine di primo pelo, un po' timido, ma di bello aspetto e signorilmente vestito; perciò lo accolse senza paura, accennandogli che volesse entrare, mentre collo sguardo curioso parea dirgli: «a che debbo io l'onore d'una sua visitaoppure, se la frase vi par troppo pettinata per una ragazza sua pari: «bel giovine, che cosa volete da me

In luogo del timido abatino, i giovinastri si trovarono di fronte al conte di Santasillia, che in barba ai precetti di mansuetudine insegnati in seminario, era fermo più che mai a voler cadere, per quella volta, in peccato mortale, accomodando le partite sul terreno. Presto presto, gli dovettero fare le scuse.

Lo guardai. Aveva una faccia chiara e simpatica, fra il giocoliere, il maestro d’armi ed il fantino; certo non era facile riconoscere in questo amabile gentleman, asciutto, nervoso, forse un po’ timido, il magnifico primo espada che gi

Don Giacomo soffriva per l'avarizia delle sorelle, ma timido, come tutti i Laner, non aveva trovato mai tanto coraggio da opporsi, da far valere, occorrendo, i propri diritti. Esse non alzavano mai la voce; erano sempre rispettose per l'abito, per il ministero, per la santit

93 Tenendo tuttavia le belle braccia al timido marito al collo Argia, e di lacrime empiendogli la faccia, ch'un fiumicel dagli occhi le n'uscia; s'attrista che colpevole la faccia, come di mancata gi

Il cavallo è certo molto meno intelligente. Il cavallo libero ha per maggiore caratteristica la paura. È più timido di una gazzella. Non è possibile avvicinare una mandria di cavalli senza provocare ciò che qui, con un vocabolo pieno d'espressione, si chiama disparada. La disparada è una fuga frenetica. Uno spettacolo superbo.

Egli stese le braccia, alzò il viso, proruppe con voce tremante di tenerezza amara, di timido rimprovero, di passione umiliata: Perchè sei mia, perchè sei l'amor mio, la donna mia.... Non è vero. Non è vero?

Posto avea fine al suo ragionamento l’alto dottore, e attento guardava ne la mia vista s’io parea contento; e io, cui nova sete ancor frugava, di fuor tacea, e dentro dicea: ‘Forse lo troppo dimandar ch’io fo li grava’. Ma quel padre verace, che s’accorse del timido voler che non s’apriva, parlando, di parlare ardir mi porse.

Parola Del Giorno

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