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Aggiornato: 18 giugno 2025
Loredana vide larghi e pesanti cortinaggi alle finestre, un letto ampio, una pelle di tigre, con la testa enorme e gli occhi fissi, stesa a terra; sopra un tavolino moresco incrostato di madreperla ardevan cinque candele in un candelabro di vecchio argento; a una parete scintillavano le guaìne metalliche di armi stravaganti.
In compenso voleva che ella gli facesse sentire qualche bella poesia del suo libro di lettura. Sedevano a un tavolino sulla terrazza, alla brezza viva del mare, e mentre la mamma preparava il tè, Sabinetta declamava il suo Metastasio e il suo Parzanese colle modulazioni d'una piccola artista.
Non sono certa però che domani tu sarai della stessa opinione, esclamò la principessa con un vero sorriso da cortigiana. M'insulti, dubitando della mia parola: io non sono come te.... Oh, oh: questo è peggio che un insulto! e la principessa metteva un foglio di carta bianca su un tavolino sotto l'occhio del principe.
Rimasta un altro poco a guardarlo, baciò il guanciale su cui posava il capo, non osando baciar lui in viso; poi si tolse non sazia da quella vista. Tornata in sala, trovò la fantesca gomitoni sul tavolino; e allora soltanto, vedendola sola, si rammentò di Tecla. «O Tecla? chiese essa, rimescolata per l'assenza della giovinetta.
Sul tavolino un albo di ritratti, un grosso albo con coperta di tartaruga e fermagli dorati. L'albo ci era, ma non ci è più; ha mutato posto.... ora è sul tavolino di mezzo.... innanzi. Il suono del campanello interruppe il curioso inventario; Ernesta volse gli occhi all'uscio d'ingresso e Leonardo si tenne immobile nel vano della finestra.
La chicchera del tè stava ancora sul tavolino, e il liquido che ci si vedeva ancora per entro, fin quasi all'orlo del vaso, mostrava chiaramente che il signor commendatore si era assopito dopo la prima sorsata.
Seduto innanzi al tavolino, con la penna appuntata sulla carta, cercava invano una parola, una frase, che non fossero vili.... Udì battere discretamente all'uscio. Avanti! disse. Entrò il Salapolli. È arrivato un telegramma per lei, conte, egli annunziò. Sar
Ieri l'altro. Dove li tieni? Lì, nel cassetto del tavolino. Non crederai mica che m'informi per profittarne. Oh Tommy. TOMMY dopo una leggiera esitazione. Al bisogno te ne domanderei. Ne vuoi? Povera Nennele! Ma gi
Allora, impauriti del procacciarsi, in quei momenti di terrore organizzato, un'arme in Torino, mandarono un membro del Comitato, Sciandra, commerciante, oggi morto, per la via di Chambery a Ginevra, a chiedermi l'arme e avvertirmi del giorno. «Un pugnaletto con manico di lapislazzuli che m'era dono carissimo, stava sul mio tavolino: accennai a quello, Sciandra lo prese e partì.
Fece mettere i libri nel cassetto del tavolino che ognuno aveva nella propria camera; così, col suo aiuto, la casa fu presto in ordine, anzi, ebbero tempo di pensare anche agli adornamenti.
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