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Essi portaronsi immediatamente a Chambery, dove si abboccarono col colonnello Pais, una delle onestissime persone e dei repubblicani distinti che era rimasto acchiappato dalle reti del Frapolli.

Quasi nel medesimo tempo arrivava da Chambery il simpatico Canzio, portando seco circa duecento uomini, che uniti a quelli del deposito, a cui eravamo stati ascritti in principio, formarono un battaglione sotto gli ordini del maggiore Perla, battaglione che fu denominato dei Cacciatori di Marsala.

Frattanto l’imperatore movendo di Svizzera con pochi cavalli, passò la montagna per le terre di suo cognato Amedeo V, conte di Savoia, senz’armi perchè il paese era sicuro. Amedeo che era andato incontro ad Arrigo, e lo aveva festeggiato con regia pompa a Chambery, lo accompagnò in Italia con molto stuolo de’ suoi gentiluomini. Amedeo, Filippo e Lodovico di Savoia erano tutti per lui.

Mi avveggo che io, fumatore per eccellenza, ho da due ore il sigaro spento e che non ho importunato alcun'amico per avere un fiammifero. Giungiamo a Chambery; ci tratteniamo alcuni minuti: tanto, perchè le gentili signore della capitale della Savoia ci offrano una refezioncella, a cui facciamo onore con un'appetito invidiabile.

Allora, impauriti del procacciarsi, in quei momenti di terrore organizzato, un'arme in Torino, mandarono un membro del Comitato, Sciandra, commerciante, oggi morto, per la via di Chambery a Ginevra, a chiedermi l'arme e avvertirmi del giorno. «Un pugnaletto con manico di lapislazzuli che m'era dono carissimo, stava sul mio tavolino: accennai a quello, Sciandra lo prese e partì.

Il Governo si mise all'opera coll'energia di chi è minacciato da un supremo pericolo. Una rigorosa perquisizione nelle mucciglie e nella caserma degli artiglieri condusse alla scoperta d'alcuni stampati della Giovine Italia. I possessori furono imprigionati, e poco dopo i loro più intimi amici; gli uni e gli altri isolati da ogni contatto. Studiati i volti, i moti, l'inquietudine, il pallore, la mestizia insolita diventarono argomenti di carcere. E ciò che si fece in Genova fu fatto altrove; le prigioni di Torino, d'Alessandria, di Chambery s'aprirono a una moltitudine d'uomini che parevano sospetti, e si frapposero indugi tra l'uno e l'altro imprigionamento, tanto che gli ultimi imprigionati potessero credere a denunzie dei primi. E denunzie furono: vere in parte, in parte menzognere e suggerite da chi diceva: denunziate o perite: i codardi furono tre militari e un borghese, altri si avvilirono senza tradire i compagni, ma si confessarono, implorando, colpevoli e bastava: si catturarono gli amici loro. Dalle primarie si passò alle citt

Frapolli aveva in quell'epoca il suo quartier generale a Chambery, e gi

Canzio in special modo era irritatissimo: disse ai nostri amici che a giorni sarebbe partito, come infatti partì, per condurre via tutti gli uomini che erano adunati a Chambery e a Montmelian.

Nel nostro squadrone poi era un vero bailamme: cinquantaquattro uomini con diciassette cavalli, di cui undici tanto malati da non potersi muovere dalle scuderie; nessun vestiario; tanto cavalli che vestiarii si aspettavano di momento in momento, i primi da Chambery dove Canzio e Tironi erano andati per levarli a Frapolli, i secondi d'Autun.

Altre montagne, altri boschi, Montmelian in lontananza, ecco cosa ci offre il breve tragitto che da Chambery ha da farsi per arrivare a Saint Michel. Qui ci si ferma una buona mezz'ora: fa un freddo indiavolato: ci sembra di esser ritornati ai primi giorni della campagna: si monta nel treno Fell, e ci si accinge a traversare le Alpi.