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Aggiornato: 20 maggio 2025


Copiava nei libri che gli capitavano sotto mano dei brani declamatorî sull'amicizia, e li raccoglieva in un taccuino, dedicandoli nel segreto del suo cuore a Vincenzo. Finalmente gli esami gli avevano fornito il mezzo di dare una prova del suo affetto al cugino. Era un mezzo poco drammatico, ma di una tale utilit

Arrivati sul luogo del disastro, l'ingegnere discese un minuto e mentre Mauro girava i cavalli, ficcò gli occhi nell'acqua verdognola dell'arginello, contò i tre mattoni e non potendo per provvedere a nulla, si limitò a prendere delle note sul taccuino, rimandando lo studio a un altro giorno.

Cadeva il vespero quando i miei occhi si riapersero. I bagliori sanguigni del tramonto sereno entravano nella stanzetta muta. Mi ricordai. Balzai per prendere il foglio dove avevo consegnato al mio sangue la confessione del mio amore. Il foglio era scomparso! V'erano bensì sul pavimento due o tre fogli del mio taccuino, ma quello con la lettera era scomparso.

Essa non rispose. Poteva dirgli che il proprio ritardo non era stata una crudele esitazione, l'idea novamente feroce di spezzare quell'amore: poteva semplicemente dirgli che era stata la perdita di cinque minuti, per annodare il velo del cappello, o per prendere il taccuino dimenticato e che quindi ella aveva perduto il treno. Le parve, questa ingenua narrazione, così ridicola, così volgare, che non osò farla; e lasciò, per vilt

Quando Leonardo fu accomodato nel seggiolone e le due donne rientrarono nella camera, il dottor Agenore avea il naso sopra una specie di taccuino. Per non leggere di peggio sulla faccia della signorina Virginia, leggeva il manuale medico.

Il lettore ricorda che Tristano aveva invitato tutti i cavalieri di Malta ad una festa da ballo in casa sua, con quante dame avessero potuto raggranellare. E la festa s'era fatta; e le dame erano state parecchie; non certamente delle più nobili (che anzi!...), ma belle la più parte, giovani tutte, e punto schizzinose. Figuratevi; i cavalieri le invitavano a far due salti, senza bisogno di presentarsi; le impegnavano per , senza note sul taccuino; si andava, si veniva, si restava di qua o di l

Ebbene, vogliano fissarmi un appuntamento per questa sera, e avrò l'onore di presentarli. Il luogotenente prese dal suo taccuino un biglietto di visita e ci scrisse con la matita poche parole accanto al suo nome. Eccole il nostro recapito; disse, porgendo il biglietto al conte Gino. Alle sei, se Le pare. Anche alle cinque; rispose Gino.

Una volta stava sopra un sedile dei giardini pubblici, coprendo rapidamente di cifre indiavolate quel grosso taccuino che ha l'abitudine di portare sotto il braccio. Un suo vecchio amico lo vede di lontano, gli corre incontro e gli stende affettuosamente la mano. Il professore, senza levar gli occhi dai geroglifici, fruga in tasca, ne cava un soldo e lo depone in quella mano: Non ho che questo.

Ma ad ogni nuovo nome scritto, il taccuino ricadeva penzoloni dalla sua catenella, e la marchesa Ginevra non si muoveva ancora dal primo salotto, accanto alla sala d'ingresso, dov'ella stava a ricevere i suoi invitati, da vera padrona di casa che sa il debito suo.

Il Bonaventuri continuava a fare degli sgorbi inutili sul suo taccuino, e di quando in quando alzava la testa, apriva la bocca e fissava il soffitto come un uomo che cerchi un'ispirazione o tenti di raccappezzare un'idea che gli sfugge.

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