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Aggiornato: 16 luglio 2025
Mi dispiace d'essere stato leggero e ti prego di dimenticar le mie parole. Una simile sventura merita il più grande rispetto! Ti ringrazio! disse Nicla semplicemente.
«Sventura agli uomini che, sconoscendo quanto ha di santo l'esilio, calpestando la sacra ospitalit
(energicamente) E quest’è la tua sventura! Chi non comincia col credersi per lo meno un genio, non sar
Ma!... la sventura le avea troppo palesamente solcata la fronte e cert'arìa quasi di demenza si discerneva sul suo viso. Il canuto, che Giulia non avea voluto abbandonare alla miseria, badava al bagaglio.
Folco era stato percosso fieramente dalla morte improvvisa del padre. A Perugia, nello studio del notaio, s'era trovato di fronte alla madre, alla sorella, al cognato; aveva sperato che la comunanza della sventura gli permettesse di esprimere loro la sua devozione. Essi furono di marmo. Soltanto il cognato, Corradino Àutari, si ritrovò, come per caso, l'indomani dal notaio, e abbracciò Folco.
Quel soldato era uno dei più vecchi; l'aspetto di quel buon uomo dava indizio di una cupa tristezza che assai teneva della disperazione. S'accosta tutto tremante a que' suoi colleghi, e, «Una gran sventura, amici,» esclamò, «una gran sventura, la più dura, la più insopportabile che mai ci potesse venire addosso!» «La tua faccia è pallida come quella di un morto.
Mosto ferito gravemente a Monterotondo, fu men felice di Uziel il prodissimo della colonna Genovese che vi morì da forte ed ebbe quindi la fortuna di non sorvivere alla sventura di Mentana.
È vero. Avesse egli corrisposto con altrettanto affetto! Ora che la sventura l'ha colpito così tremendamente, credete ch'egli sapr
Aspettava certi denari da un tale che era debitore di suo padre, ma che faceva orecchi da mercante. Per colmo di sventura, da due mesi gli si era inaridita quella scarsa vena di guadagno che egli ritraeva dal bottegaio, a cui teneva i libri. Una sera, andando dal suo Creso per la consueta bisogna, il povero giovine aveva ricevuto il suo congedo.
Salicotto lo ascoltò molto attento e raccolto, senza interromperlo mai e senza guardarlo in faccia pur una volta; ma egli mostrava interessarsi in sommo grado a quell'Odissea. Scuoteva la testa, moveva le mani, mandava sospiri a seconda, come uomo che è padroneggiato da profonda emozione. Quando Antonio ebbe finito, gli prese la destra non con una, ma con tuttedue le mani, glie la serrò più forte che prima, glie la tenne così fra le sue un cinque minuti e disse con accento d'uomo che per la compassione fosse lì lì per iscoppiare in pianto: Poverino! Quanta sventura e quanto coraggio! Oh come io ne la ammiro! La vede. Gli stenti del povero sono per me qualche cosa di grande, di sublime, ciò che vi ha di più sublime sopra la terra. Tutte le pompe del mondo, tutti gli sbarbagli della ricchezza non valgono a farmi stimare un uomo più che i cenci della miseria coraggiosamente sopportati. I ricchi!... Oh i ricchi!... Conviene perdonarli, perchè anche loro ci sono fratelli; ma l'organismo attuale della societ
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