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Aggiornato: 16 luglio 2025
Presso la Corte, sì, e in un tugurio. A lui fu sempre destino passare accanto alle grandezze, e trascinare la sua gloria nel fango della strada. Ricordate? la sventura è con lui. Che ricompensa abbia ottenuta dei suoi maravigliosi servigi, non ignorate di certo; nè come sia ritornato dal quarto viaggio, donde ha recata la certezza di tant'oro quanto basterebbe a saziare l'avarizia di dodici Ferdinandi d'Aragona; nè come duri la slealt
«Gli è dieci anni che l'eccelso consiglio dovette a quest'ora raccogliersi in seduta per deliberare, e se non vi ricorda, ci fu in quella notte annunziato che s'eran vedute sull'Adriatico le vele turche, non vorrei che qualche grave sventura stèsse sopra Venezia.» «Non sar
Quando Silvio e Marcellino giunsero accanto a lei s'accorsero che dormiva, onde Silvio vietò la si destasse, dicendo: "A che svegliarla alla sventura! Essa avr
Il vecchio gentiluomo (perchè infatti lo sconosciuto non era più di primo pelo) aveva notato l'aria malinconica di Spinello, e veduto in lui un uomo che portava nell'anima il peso di una grande sventura. Un sentimento di pietosa curiosit
Così andava la casa dei Guerri, poichè l'aveva colpita la sventura di un alto disinganno. E lei, la figliuola prediletta, l'angelo della famiglia, per cui tutti vivevano, su cui tutti avevano gli occhi, era calma negli atti, serena nell'aspetto, e niente tradiva l'interna pena di quella giovane esistenza. Pareva una di quelle soavi creature dei primi secoli cristiani, che santificavano la casa, non potendola più rallegrare, e gi
«Temo non saremo capaci di tanto. Comunque sia ti prego a non lasciar avvicinare tanto quei ragazzi al fuoco, perchè non succeda qualche sventura.»
La duchessa e donna Camilla, che avevano passato la notte trepidanti, appena saputo che il principe era tornato, si affrettarono ad andare da lui, ma don Pio teneva gli occhi chiusi, non rispondeva, e pareva volesse isolarsi da ogni persona, da ogni pensiero che non fosse quello della sventura che colpivalo.
Quand'io lessi i tuoi versi Ho pensato alla gioja Immensa e alla sventura Di chi può amarti, o bella crëatura.
Lasciando D. quella sera, gli dissi che partivo per Firenze, ed egli due giorni dopo, prima che la sua sventura lo colpisse, m'indirizzò una lettera col
Ci vorrebbe la buona tempra di quel tale che trovò il segreto di far parlare anche i morti, soggiunse allora il Morone, alludendo ad una delle mille ribalderie del Corvino; voi ridete, messer Elia, ma per la sventura del marchese non ci vorrebbe altro, che ne dite voi?
Parola Del Giorno
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