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Il mantenimento della pace salvò allora il potere temporale del Papa dalla rovina, che immancabilmente sarebbe avvenuta se la Francia si fosse impegnata in una guerra con la Germania. Ora si potevano fare, senza pericolo, le grandi feste del Centenarium Petri. Questo giubileo del principe degli Apostoli, del quale i papi si dicono successori, doveva, in mezzo alle agitazioni italiane per la minaccia di un'invasione degli Stati pontificî, affermare che Roma era citt

La rabbia crebbe nel re langobardo alla stregua, che la potenza scemò; Ferrara, Ancona, e Bologna contro la religione dei patti non restituiva, serbandole per addentellato a futura vendetta, od a suo totale esterminio; la morte amica gli troncò il travaglio di sopportare vita umiliata e cotidiana ignominia; lasciava ai successori una fiera eredit

«Io, qualche volta, tanto per farla finita, vorrei che succedesse questa famosissima crisi e che vedessimo i successori alla prova. Per farla finita, proprio per questo soltanto, non per fede ch'io abbia negli uomini nuovi. Non l'ho più la fede. L'aveva nei primi mesi del mio matrimonio, quando credevo che Alberto non vagheggiasse la deputazione che per amore di patria, per sete di giustizia e di verit

Gruppi per provincie, e loro carattere distintivo. I fabbricanti ed i traffichini degli ordini del giorno. L'addormentato. Lo stanco. L'indiscreto. I legislatori. I Grandi di Spagna. L'amico di tutti. Crispi e la sua posa. L'ex-Mirabelli. I successori di Turati e di Proto. Fisionomia degli oratori. I lettori di giornali ed il signor Boggio. Torino, 15 aprile 1861 e febbraio 1862.

Morto papa Adriano, giá piú e piú guastato coll'imperatore , erangli stati eletti due successori: papa Alessandro III da tutti i cardinali, salvo tre; Vittore IV antipapa, uno dei tre, dagli altri due. L'imperatore citolli a . Alessandro da vero papa ricusò, e fu riconosciuto dall'Italia libera, dalla cristianitá; Vittore accettò, e fu riconosciuto dall'imperatore.

La prima volta questa donazione occorre rammentata nella lettera di Adriano I a Carlomagno per destare in costui la gara della larghezza: ne affermano fattore quell'Isodoro il quale di peccatore, che si chiamava prima si trasformò in santo Isidoro e mercatore. Tra le altre cose si diceva in essa: «noi attribuiamo alla sede di Pietro tutta la gloria, e tutta la potenza imperiale. Noi diamo a Salvestro ed ai suoi successori il nostro palazzo di Laterano, la nostra corona, e tutte le nostre vesti imperiali, la citt

Se non che, piú sovente che non il predecessore, guastatosi co' longobardi, e pressato tra questi e i greci, e men che il predecessore confidando forse nelle cittá, nella nazione italiana, egli primo fece quella chiamata dei franchi, che fu rinnovata poi da' successori. E queste chiamate sono condannate universalmente ora nella storia, nell'opinione italiana.

Ma posciaché è dubbio se i consoli governanti giudicassero, ed anzi se ne trovano altri diversi e minori, istituiti fin da principio o poco appresso per giudicare, e detti «consoli de placitis», essi i consoli governanti e capitananti mi paiono talora successori de' capitani, o piuttosto i capitani stessi costituiti.