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La sua musica, così bella, non era originale; non riesce difficile a un compositore d'ingegno che abbia dimestichezza con le opere dei nostri primi classici scrivere in quello stile per modo da ingannar un dilettante; ma io, preso così alla sprovveduta, ne rimasi stupefatto. Topler ne era felice e mi fece udire non so quante suonate e toccate.

Ah, diamine! , tutto ciò sarebbe troppo lungo a narrarsi ora, ma lo saprai per filo e per segno più tardi. Il fatto sta che un tessuto di bizzarre avventure ci ha condotto a questo punto, e che adesso, per la prima volta, la mia divina fidanzata mi ha sporto la mano. Adesso! esclamò Felicino stupefatto.

il Pietrasanta era di quei tali amici da dozzina, i quali non sono degni che si confidi loro un segreto. Innocente segreto, alla perfine, quello di Aloise, che amava Ginevra da sei anni, e le si avvicinava quella sera per la prima volta. Da sei anni? e come mai? esclamò stupefatto il Pietrasanta. Appunto da sei anni è maritata.

Io n'ero così certo, come della esistenza del figlio unico di mia madre. Ma, per l'anima del Ferruccio, e di tanti altri valentuomini che si citano così spesso e volentieri, io sono stupefatto di non veder qui certi ammazza sette e storpia quattordici, che gli sapeva mill'anni di far le schioppettate, ed erano sempre a spingere, a tacciar gli altri di mala voglia.

Vi ho detto come quel degno gentiluomo che era messer Bardano Acciaiuoli amasse Spinello Spinelli. La mestizia del giovine pittore lo aveva colpito; il suo ingegno messo alla prova, lo aveva stupefatto; la sua bont

Tacerò dello scelto uditorio che assiste alla rappresentazione del Teatro Francese. È un po' cosmopolita, il pubblico di questi ultimi mesi; ed io per conseguenza ho dovuto vederlo tale, alcune sere fa alla centesima rappresentazione dell'Hernani. Per altro, anche questo pubblico cosmopolita, più curioso che intelligente, più stupefatto che buongustaio, sentiva anche lui la maest

Rimase stupefatto. Su la paglia giaceva quel cagnaccio bruno ferito durante il giorno, quando si era aperto il portone. La povera bestia nel delirio della febbre guardava con gli occhi timidi e lucenti; la sua zampa, fasciata da una mano pietosa, tendevasi rotta ed inanimata. L'ho sempre detto io che sei un gaglioffo proruppe Benigno. E andò via borbottando.

In un momento essa fu in piedi sul letto, colla destra armata della formidabile spilla, e certo il Gesuita fermossi stupefatto da tanta baldanza e quasi rimase disperato del successo. Vergognato però del suo timore d'una fanciulla, egli avvicinò il letto, e con ogni parola di seduzione in cui era maestro, procurò di rendere condiscendente la sua vittima.

Messer Pietro lo guardò stupefatto; ma non uscì di misura. Che dite mai? ripigliò, col medesimo accento di prima. È luogo stupendo, il castello, e fo conto di tornarci prestissimo. Ah! sclamò il Bardineto, fremendo di rabbia, E quando si faranno le nozze? Messer Pietro fu ad un pelo di uscire dai gangheri.

Il signor Dogliani si fermò; rizzò il capo, che teneva chino per ripararsi dal freddo col bavero del mantello, e, vedendo una figura lunga e nera da prete, esclamò stupefatto: Vincenzo! Sei tu? , rispose Vincenzo. Vengo a condurti un figlio di più. E spingendo innanzi Vicenzino soggiunse mestamente: Suo padre è morto.