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Per Dio!... sentiva che piuttosto l'avrebbe uccisa, l'avrebbe strozzata colle sue stesse mani!... Perchè non sarebbero fuggiti insieme?... Che!... La signorina non avrebbe mai acconsentito. Era troppo timida... teneva troppo ai riguardi del mondo; era troppo aristocratica! E poi, fossero anche fuggiti, dove andare? come vivere?

Santo Dio, è avvenuta una disgrazia! esclamò Elena con voce strozzata. In quel momento Marco e Momolo si consultavano tra loro. La ruota destra aveva perso un raggio e uno dei fanali era andato in frantumi. Quand'ecco il garzone, toccando la bocca della bestia, s'avvide che il morso pendeva slacciato e che le redini non c'erano più.

Gli posa le mani sulle spalle e gli dice netto, sul viso, con voce strozzata. Io sapevo, io so quello che sai tu, e tacevo. Tacevo, capisci, perchè parlare ed agire era a prezzo della vita; perchè, dopo, non avrei potuto vivere senza di lei.... Schiaffeggiami, insultami, sputami in faccia! Perchè non lo fai? Di', perchè non lo fai, tu che ne hai il diritto, anzi, il dovere? Di', perchè non lo fai?

Ella s'arrestò di botto; comprese il pericolo che correva, l'abisso in cui stava forse per precipitare. Che è successo di loro? chiese O'Donovan stornando l'attenzione del generale. Sono stati forse uccisi? Sono caduti in una imboscata appena usciti da Duhem. Il capitano Hassarn fu ucciso da tre colpi di lancia, l'altro... L'altro?... chiese Fathma con voce strozzata.

Ah!... esclamò egli con voce strozzata. Che hai? chiese O'Donovan, sorpreso. Chi hai veduto? Il negro non rispose. Curvo, guardava innanzi a col più profondo terrore scolpito in volto e colle mani convulsivamente strette sui calci delle pistole. Pareva che fosse per slanciarsi fuori della tenda.

Ma il nodo scorsoio non ha fatto presa; il bue scuote il capo correndo e si libera. Un secondo laccio parte col grande nodo aperto. Il bue afferrato improvvisamente per il collo si arresta; salta con la schiena ad arco; tempesta la terra con le zampe poderose, mentre dalla gola strozzata dal laccio gli esce un ululato terribile, lungo e lamentoso.

L'Altro, dall'istante in cui era comparso, era rimasto di continuo innanzi a me. Era Filippo Arborio? Avevo proprio indovinato? Non m'ingannavo? Mi voltai verso Giuliana all'improvviso. Ella mi guardò. La domanda repentina mi rimase strozzata nella gola.

L'occhio del Casalbara seguì la moglie fisso, sbarrato.... le vene delle tempie gli pulsavano più turgide, violette, e la parola inarticolata, strozzata, il rantolo era più affannoso, più forte. Nora si presentò al Kloss diritta, sicura, ringraziandolo con un mesto sorriso, mentre si asciugava gli occhi, mentre si accomodava la massa dei capelli che le cadevano da tutte le parti.

Di a poco non vidi più che i loro fazzoletti bianchi, e udii il loro ultimo grido; tentai di rispondere, ma la voce mi restò strozzata a mezza gola; mi misi a ridere, e mi passai una mano sugli occhi. Poco dopo mi rintanai nel mio bugigattolo, e addormentatomi d'un sonno delizioso, sognai i consigli di mia madre, il portamonete, la Francia, le Andaluse. All'alba saltai su, e salii subito a poppa: eravamo a poca distanza dalla costa, era gi

Le vene turgide, pulsanti delle tempie, il viso rosso, gonfio, le labbra violacee, tremanti, il respiro affannoso, corto, esprimevano lo sforzo di una parola che egli voleva dire, ma che non gli riusciva dire, che rimaneva soffocata, strozzata in un rantolo....