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Tacevo ella disse cedendo a quello spinto di rivolta ch'è forse nel cuore di ogni donna; tacevo, soffrivo in silenzio... Ma giunge il momento che il vaso trabocca... Il dovere!... Prima di tutto convien vedere qual sia, e allora, quando si è certi di non prenderlo in iscambio per qualche cosa di molto diverso, allora ch'è lecito invocarlo... Ne ho la religione anch'io, non dubitarne, e se m'è accaduto di non esservi fedele, non ho avuto più pace.

Analizzava con sottili argomenti il cuore della fanciulla, e volendo giudicarla dai risultati, conchiudeva accusandola di leggerezza, d'ambizione, di civetteria. Tale giudizio sembrandomi ingiusto, la difendevo, forse con troppo calore, e allora l'Agata mi guardava fisso e impallidiva... e io tacevo.

Duchessa, le disse allora l'Ariosto, anche voi ieri sera vi siete ostinata a non esaudire il comune desiderio, mentre le note del vostro canto avrebbero davvero eccitato l'entusiasmo in tutti i cuori. Non così può avvenire di me, che per nulla sono alto al declamare, se dunque tacevo, egli era per questo; pure, giacchè lo volete, eccellenza, v'annoierò e annoierò tutti, ma ad un patto.

Io tacevo; le baciavo piano piano e lungamente i capelli, respiravo il suo amore, il suo pensiero e il suo corpo.

Se tu rimarrai qui, mi prenderai in odio. Sono odiosa così; sono odiosa.... Non mi guardare. E i singhiozzi la soffocarono. Poi, in quello stesso giorno, dopo qualche ora, mentre io tacevo credendo ch'ella fosse per assopirsi, uscì in queste parole oscure, con l'accento strano di chi parla in sogno: Ah, se davvero l'avessi fatto! Era un buon suggerimento.... Che dici, Giuliana? Ella non rispose.

Io.... io.... Il mio amore era tale, era di tale natura che, piuttosto che arrischiare di perderlo, soffrivo e tacevo, e non cercavo.... E finivi coll'abituarti anche all'idea di dividerlo con altri, alla peggio! Un amore selvaggio, osceno, un amore dei sensi, unicamente dei sensi, da bruti!.. Ma se non ce n'è altri! Tutto il resto è.... letteratura! Udendo dei passi. Bada! Entra GIULIETTA.

E quando la lettura fu terminata, e il Lostini, levando in alto le scarne mani, esclamò scioccamente, al suo solito: Tu sarai il primo simbolista d'Italia! io, che ordinariamente tacevo e lasciavo prima parlare gli altri, scoppiai in un energico: Zitto! Non dire bestialit

Gli posa le mani sulle spalle e gli dice netto, sul viso, con voce strozzata. Io sapevo, io so quello che sai tu, e tacevo. Tacevo, capisci, perchè parlare ed agire era a prezzo della vita; perchè, dopo, non avrei potuto vivere senza di lei.... Schiaffeggiami, insultami, sputami in faccia! Perchè non lo fai? Di', perchè non lo fai, tu che ne hai il diritto, anzi, il dovere? Di', perchè non lo fai?