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Aggiornato: 31 maggio 2025
La Teresa sentiva gli squilli della tromba sonante la diana al mattino e la ritirata la sera, vedeva, affacciandosi alla finestra, la nave candida galleggiar sull'acqua tranquilla, vedeva issare e calar la bandiera, e i marinai, agili come scoiattoli, salir sui pennoni, e l'ufficiale di guardia, con le mani intrecciate dietro la schiena, camminar su e giù per la coperta.
Più atto ad esplorare i movimenti che potesse fare il conte parmi il castello di messere Ildebrandino. Assentite, cavaliero? Per la spada di Sichelmo mio! Quando, e' saranno venti anni, venne Guidaccio sul mio torrione, avevo tutti gli uomini appestati da un certo pellegrino che ospitai. "Suonate per me: i nostri figli, spero, ricorderanno questi squilli" dissi.
Giammai ministro dinanzi ad un Parlamento pronunziò tante menzogne e con tanto cinismo. Se ne giudichi: Non fu sottoposto a processo, nè destituito chi ordinò il fuoco senza alcun bisogno; chi l'ordinò senza farlo precedere dagli squilli di tromba; non fu iniziato processo contro chi vilmente tirò un colpo di revolver al contadino Moscarella, che, gi
Ho fiducia che costui mi debba recare la buona nuova, disse il Bentivoglio. Lo squillo tornò a farsi udire vicinissimo, e allora discesero. Non avevano posto il piede sul primo piano di quella scala che mette nella chiesa, che ai ripetuti squilli della tromba, e allo scalpito incalzato d'un cavallo, tutti si ridestarono gli echi dell'abbazia.
Andavano loro innanzi frotte di ragazzacci, che messi in ruzzo dai rulli de' tamburi, dagli squilli delle trombe, dalle note acute dei pifferi, si davano con smania a far di quelle capriole, conosciute nel loro gergo col nome di cameruzzoli.
O dolce amor che di riso t’ammanti, quanto parevi ardente in que’ flailli, ch’avieno spirto sol di pensier santi! Poscia che i cari e lucidi lapilli ond’ io vidi ingemmato il sesto lume puoser silenzio a li angelici squilli, udir mi parve un mormorar di fiume che scende chiaro giù di pietra in pietra, mostrando l’ubert
Il sangue, che trasalisce ai primi colpi e che si riscalda alle prime occhiate di sole, gli squilli di tromba, la voce dei capitani, il vedere correre e saltare i cannoni sopra i prati e piantarsi a urlare, le vedette che passano via come freccie, il luccichìo di qualche squadrone di cavalleria, che brilla in un nembo di polvere, superbo e maestoso come una legione di arcangeli; tutto ciò e più di tutto i vent'anni, che non pesano ancora sul sacco, fanno rincrescere quasi che non si faccia per davvero e che gli altri non siano disposti a lasciarsi ammazzare.
Maledizione! Maledizione! La contessa si trascinò carpone fino allo sbocco della scaletta e scivolò lestamente dai gradini col suo piedino elegante e nervoso da pattinatrice. Negli squilli reboanti dei bronzi si perdevano gli ululati del consorte ferito.
Infatti, al dì prefisso, Enrico con grosse tolte di gente e forti apparecchi si trovava al campo. Ve lo raggiunsero il duca Guelfo coi Bavari, Rodolfo con una condotta di Svevi, Gozzelone coi Lorenesi, Teodorico duca dell'alta Lorena con uno squadrone di cavalieri, i capitani dei Franchi Ripuari con le forti loro schiere, Bertoldo da Carinzia con un corpo d'arcadori, parte montato parte a piedi, un esercito intero di ausiliari boemi capitanati dal figlio del re Wratislao, ed un distaccamento della sua guardia, comandata da suo genero Wiprecht. E poi dei vescovi, conti e marchesi, dei dignitari della corona, di tutti che avevano giurisdizione ecclesiastica o secolare, nessuno mancò. Perchè a nessuno si concesse restare a casa, tranne pochi vescovi svevi impossibilitati, l'arcivescovo di Colonia ad Enrico niente grazioso perchè nel campo dei Sassoni combattevano il vescovo di Magdeburg suo fratello e quello di Alberstadt suo cugino ed il vescovo di Liegi in fin di morte. Ma costoro ebbero a mandare le loro condotte con un vicario. L'istesso abate di Fulda, rattratto e perduto dei piedi, che andava con le grucce, dovette cavalcare all'esercito. L'imperatore quindi manda un araldo ai Sassoni per annunziar loro che il domani intendeva attaccare battaglia. A consiglio del duca Rodolfo muove perciò il campo da Breitungen ed il primo dì lo ripone in su quello di Elu, e al domani nei dintorni di Eisenach, poco stante dai quartieri dell'oste. Enrico si era messo a giacere per far la siesta, quando, in sul velar l'occhio, il duca Rodolfo lo sorprende e gli dice: Sire, i Sassoni alloggiano poco lungi dalla vanguardia, ed improvvidi del nemico pasteggiano, e fanno combibbie. Ordinate perciò che squilli la regia tromba, ed attacchiamo battaglia, perchè la notte star
Pochi individui vi passavano ancora, forse incaricati della polizia del comizio, faccendieri vestiti anch'essi a festa e tutti superbi di occupare momentaneamente la scena destinata agli oratori e ai principi del Comitato. Gli squilli della fanfara si avvicinavano sempre; la moltitudine si era calmata improvvisamente.
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