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Verrá un altro carnovale dicevano le fanciulle, e si consolavano sperando. , verrá, dicevamo noi, e nelle future consolazioni delle fanciulle ci parea di rivivere qualche poco nei tempi andati. Or eccolo finalmente questo sospirato carnovale. Ma dove sono i festini? Le vergini patrizie ballano; le spose, le donne patrizie ballano; le matrone patrizie ballano.

Vannoti a sangue quelle principesse che sono incinte pria che sieno spose, e si maritan poi per interesse co' duchi che non san di queste cose? poi vanno a partorir Filosofesse a Roma, e fan le faccende nascose, acciò il marito non veda la prole, e si battezzi un tristo, s'ei si duole?

I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell'articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l'appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca interna dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell'Uraguay, a Capracotta o a Roccacannuccia; altri prediligono i telegrammi particolari, tanto particolari che talvolta i fili del telegrafo non ne hanno saputo nulla: non mancano, infine, gli amatori della quarta pagina. Ma vi è una rubrichetta modesta, non molto lunga, a caratteri piccini, ficcata come per misericordia in un angolo qualunque del giornale, spesso scorretta, spesso dissestata; ebbene, questa qui è letta da tutti, giovanotti, vecchi, fanciulle, spose, madri, insomma tutti. Persino gli uomini serii, quelli che vorrebbero far credere di non patire alcuna debolezza comune agli altri mortali, persino quelli vi danno un sbirciatina di nascosto, scorrendola in un battibaleno o fingendo di leggere gli Stefani. E mentre tutto il resto del giornale può forse riuscire indifferente, quell'angolo , nella sua umilt

Ne la pace, il vento roco mette sue dolci parole. Ondeggiano i letti di rose ne li orti specchiati da 'l mare. In coro le spose con lento cantare ne 'l talamo d'oro sopiscono il sir. Da l'alto scintillan profonde le stelle su 'l capo immortale; ne 'l vento si effonde quel cantico e sale pe 'l gran firmamento che incurvasi a udir.

Cercáti una vittoria nella quale è meglio restar vinto che vincere. Per acquistar una moglie perdernosi duo mariti: volete che le vostre spose siano prima vedove che spose? volete che coloro, ch'eran venuti per onorar le vostre nozze, onorino le vostre esequie? DON IGNAZIO. Dite presto, madre, che sète per dire.

E si capiva che la più parte fossero ancelle della padrona, o del padrone di casa. Ma cinque o sei, che erano in prima fila, più giovani, e meglio adornate, si capiva ancora che fossero figliuole dei padroni di casa, o spose dei loro figliuoli.

Inferno · Canto XIX O Simon mago, o miseri seguaci che le cose di Dio, che di bontate deon essere spose, e voi rapaci per oro e per argento avolterate, or convien che per voi suoni la tromba, però che ne la terza bolgia state. Gi

La dama vuol saper di quelle risa; drizzando un turco i baffi, le rispose: Una sorella di Rugger di Risa, ch'era una delle donne strepitose, fuggita è da Parigi alla recisa da quelle che si chiaman sacre spose; ed ogni conghiettura è chiara e piana, ch'ella pel mondo faccia la puttana.

Nello sarebbe messo alla gogna; lo avrebbero riveduto: avrebbero ricavato da lui i numeri del Lotto. Insomma si preparava ad essi in quel triste avvenimento una eccellente occasione di darsi bel tempo, di andar attorno con le spose, coi figliuoli, e far gazzarra.

«Principe, noi ci professiamo pronti a lasciare la vita per voi.... le spose e i figli abbiamo di gi