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I gusti sono differenti. Vi è chi, leggendo il giornale, si diletta nei brillanti paradossi dell'articolo di fondo, seguendone mentalmente le evoluzioni: molti frequentano l'appendice, pianterreno lugubre e sanguinoso, dove si commettono, sera per sera, i più atroci delitti: alcuni scelgono la cronaca interna dove leggono importantissimi fatti avvenuti nell'Uraguay, a Capracotta o a Roccacannuccia; altri prediligono i telegrammi particolari, tanto particolari che talvolta i fili del telegrafo non ne hanno saputo nulla: non mancano, infine, gli amatori della quarta pagina. Ma vi è una rubrichetta modesta, non molto lunga, a caratteri piccini, ficcata come per misericordia in un angolo qualunque del giornale, spesso scorretta, spesso dissestata; ebbene, questa qui è letta da tutti, giovanotti, vecchi, fanciulle, spose, madri, insomma tutti. Persino gli uomini serii, quelli che vorrebbero far credere di non patire alcuna debolezza comune agli altri mortali, persino quelli vi danno un sbirciatina di nascosto, scorrendola in un battibaleno o fingendo di leggere gli Stefani. E mentre tutto il resto del giornale può forse riuscire indifferente, quell'angolo , nella sua umilt

Aff.ta Antonietta. Questa lettera fu sequestrata presso una signora amica dell'Antonietta. Essa doveva spedirla a quel tale. Come non gliela spedi? Era scritta col lapis. Niente di più umano, di più anima, di più cuore di questa lettera scorretta e inelegante. È una cosa splendida. Ma certo il signor Potito, se l'avesse ricevuta, ne avrebbe riso coi compagni, per gli orrori di grammatica.

Io non sono il Tasso e non starò quindi a descrivervi un duello. I due avversari sapevano tenere una sciabola in mano, non mancavano di coraggio, ma non erano così grandi maestri da insegnare a noi e tanto meno al colonnello qualche cosa di nuovo. Costui, a giudicare dagli occhi che faceva, dovette fremere subito nel suo cuore accademico di maestro di scherma tanto della furia sfrenata e scorretta dell'onorevole Dassi, quanto della pesantezza di mano di Massimo, che ai primi colpi cominciò a sudare come un cavallo e a soffiare come un mantice. Era stata scelta la sciabola senza guardia, buoni tutti i colpi, e il duello doveva finire soltanto quando uno dei combattenti fosse nell'impossibilit

LELIA. Gli è pure un grande ardire il mio, quando io 'l considero, che, conoscendo i disonesti costumi di questa scorretta gioventú modanese, mi metta sola in questa ora a uscir di casa! Oh come mi starebbe bene che qualcun di questi gioveni scapestrati mi pigliasse per forza e, tirandomi in qualche casa, volesse chiarirsi s'io son maschio o femina!