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Aggiornato: 9 giugno 2025


Sono tutto fracassato. Lombrichi aveva incontrato nella visuale de' suoi occhi il piccolo specchio che a Rosina serviva di teletta e vi si era dato un sorriso; di poi fece scorrere questo sorriso e il suo sguardo verso il malato, e rispose: Su via coraggio, mio bravo signor Marone... vogliamo sperare che non sar

Gisella, frattanto, non si vedeva, e niente lasciava sperare ch'ella dovesse da un momento all'altro apparire. Di certo, la contessa era fuori. L'assenza di una donna da casa non si conosce, per chiare e formali notizie; s'indovina, sto per dire che si sente nell'aria.

Se entrambe le ambascierie trovavano favore, egli sarebbesi attenuto all'esito della più vantaggiosa; se una andava fallita, poteva sperare nell'altra.

PANDOLFO. Il malanno che ti venga! io vorrei che tu mi alleggerissi e non mi aggravassi i miei guai. Per che ti dissi al principio che tu hai sempre avuto dell'asino. CRICCA. Se ho avuto dell'asino in consigliarvi, da or inanzi avrò del savio nel tacere. A' padroni bisogna dire che i suoi vizi e mancamenti sieno virtú, se vuoi sperare utile; ché facendo il contrario, è molto pericoloso.

«Credo in loro, ma in te no....» «Pure egli vive....» «Menami a lui, sperare, finchè io lo vegga, che questa mano si scosti dal tuo petto, questa punta dalla tua gola.» «Santa Vergine! Saremo veduti, Madonna, saremo fermati, perderete me e voi, non vedrete più Rogiero.... dimani, vi giuro....»

Non potevate certo immaginarli ispirati da un'altra; mi conoscete oramai da tanto tempo e se anche nella mia selvatichezza rifuggo dal parlarvi di me, tuttavia dovevate sentirlo che per me non c'era al mondo altra donna, fuori di voi. Io stesso, io che vi supplico invano di una buona parola, non oso sperare di essere amato da voi, ma sono certo che non amate altri. Lasciatemi andare.

Se quello ti dice che malvagia cosa ell'è torre tanta beatitudine ad un vecchio e deserto cavaliere senza punto di amore per colei che lo bea, e tu metti la tua nella mia mano, e dimmi: Giselberto, tienti la figlia tua, io non sono quel tanto che tu puoi sperare per lei.

Vitaliana rispose con un gesto di sprezzo. Grazia! continuò il duca. Lasciami sperare ancora, lasciati piegare... Insomma, che volete voi? interruppe Vitaliana con alterigia. Il tempo delle capitolazioni è passato.

28 Poi che gittar mi vidi i prieghi invano, mi sperare altronde altro soccorso, e che più sempre cupido e villano a me venìa, come famelico orso; io mi difesi con piedi e con mano, ed adopra'vi sin a l'ugne e il morso: pela'gli il mento, e gli graffiai la pelle, con stridi che n'andavano alle stelle.

Poi come fa chi, di fervida fantasia, vorrebbe pur anche da lievi cose trarre argomento a sperare, benchè sulle labbra per un triste presagio non abbia che lamenti e sconforti, di quell’ultime parole di Lauretta lasciatone interprete il core, con più vivezza riprese:

Parola Del Giorno

dell’esule

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