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141 È capitata in questi pochi giorni che non n'udisti, in man di più di venti; che, qualora anco in man tua ritorni, ve' se sperar di corre il fior convienti. Ah vecchia maladetta, come adorni la tua menzogna! e tu sai pur se menti. Se ben in man de venti ell'era stata, non l'avea alcun però mai violata.

DULONE. V'ama e vi serve con amor simulato e con nemicizia coperta, con desegni. ERASTO. Che utile ne può sperar egli da me? DULONE. Che so io? ERASTO. Parla, col tuo malanno! DULONE. Dubbito non ve la facci doppia. ERASTO. Come doppia? DULONE. Che mentre egli vi trattiene in casa sua con qualche puttana vecchia in letto sotto nome di Amasia, si giaccia con Lidia vostra sorella.

Si diceva che i fanciulli imparano a leggere non per il maestro, ma per via delle sferzate⁴⁴³; e ripetevasi per sentita dire il verso del Veneziano: La ferla ’nsigna littri, nomi e verbi. ⁴⁴³ Pitrè, Proverbi siciliani, v. I, cap. La sferza era il dio della istruzione, e fuori di essa impossibile sperar bene.

Ma or mi fa peggio che mai, ché vuol rovinarmi in tutto; perché questo sospetto cosí m'inamarisce ogni bene, che mi toglie la speranza di non aver a sperar mai piú favilla di luce: e pur vivo? Son nata pur disgraziata!

Temp’ era dal principio del mattino, e ’l sol montava ’n con quelle stelle ch’eran con lui quando l’amor divino mosse di prima quelle cose belle; ch’a bene sperar m’era cagione di quella fiera a la gaetta pelle l’ora del tempo e la dolce stagione; ma non che paura non mi desse la vista che m’apparve d’un leone.

31 Ben mi duol che celar t'abbi voluto da me, che sai s'io ti son vero amico, non sol dipoi ch'io ti son tenuto, che mai dal nodo tuo non mi districo, ma fin allora ch'avrei causa avuto d'esserti sempre capital nimico; e dèi sperar ch'io sia per darti aita con l'aver, con gli amici e con la vita.

Consiglionne di quì partir veloce E così torsi a le miserie crude; Io pregai del mio re l'alma feroce, Ed ebbe il mio pregar nulla virtude; Chiude gli occhi al mio pianto, ed a mia voce Ognor l'orecchie inesorabil chiude, che sperar non so, che a i casi rei Altri 'l sappia involar, se tu non sei.

I colleghi del caporale credevano ch'egli avesse voluto presentarsi al fratello del Lautrec, monsignore di Lescuns, dal quale potevasi forse sperar qualche cosa; perciò quando lo videro comparire col medico Bonnivet non seppero congetturare qual intenzione fosse la sua; ma la Ginevra che non lo conosceva, e in questa comparsa d'un nuovo personaggio trovò subito una speranza, si mosse istantaneamente, e loro correndo incontro: Signore, disse rivolta a Bonnivet, se voi siete venuto per esaudire la mia domanda io vi benedico.

PANIMBOLO. Chetatevi e abbiate pazienza. DON FLAMINIO. La pacienza è cibo o de santi o d'animi vili. PANIMBOLO. E voi amate senza goder al presente ciò sperar al futuro. DON FLAMINIO. Almeno, se non ama me, non ama don Ignazio, e non la possedendo io non la possiede egli. Quella sua onestá quanto piú m'affligge piú m'innamora: io non posso odiar il suo odio, godo del suo disamore.

E tu nella tua mente poetica, nella tua fede nel bene non sperar mai di potere colla tua influenza trasformarlo in un lavoratore. Lo stesso sarebbe pretendere di mutare una tartaruga in una rondine o di trasformare un gufo in un'aquila! Le professioni rispetto alla felicit