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Aggiornato: 25 maggio 2025


Ma adagio però e con prudenza. E Nicodemo con quella fiducia in stesso che hanno tutti gli sciocchi salì nella cameretta di Erminia. La bella giovinetta sempre sofferente stava seduta al tavolino beandosi nella lettura di quei versi soavissimi che Petrarca scrisse nel suo Canzoniere.

Per dove? chiese Laura, con tale accento d'apprensione, che l'idea d'essere amato da lei soverchiò l'angoscia di vederla sofferente e mi richiamò un fugace sorriso di trionfo. Per dove, non so. Me l'hanno rammentato or ora i miei suoceri: colla primavera si doveva riprendere il viaggio in Italia.... Il viaggio? Quale viaggio? Il viaggio di nozze, mormorai a denti stretti.

Nella camera, solo la donna di servizio aiutava l'amica in quelle cure; la scena era avvenuta così rapidamente e tanto lontano dal centro della festa, che nessuno, neppure la viscontessa appartata in un salottino con qualche altra signora sofferente, se n'era accorto. «Desideri qualche cosa?... Vuoi che chiami tua zia?...» Ritrovando le sue forze a quella minaccia: «No... no!...» rispose Massimiliana, sollevatasi un poco sul letto; «ecco, è passato...» E, abbracciando l'amica: «Grazie... grazie!... Vorrei soltanto, come un favore, restare un poco sola...» La contessa insisteva per tornare più tardi; ma l'altra ripeteva: «Grazie, non occorre... È finito; ora sto bene...» E sorrise.

Ma tutti i ritagli di tempo che gli restavano liberi egli li consacrava alla cognata sofferente, al cui lutto profondo egli partecipava con discrezione, portando un velo nero intorno al braccio; ciò che gli permetteva di conciliare il dolore e la economia.

Bebè, cullata in quel mare di gelatina, provava una sensazione gradevole, ricambiava le carezze, rideva, sprofondava le dita sottili nelle guance piene, nel collo carnoso della sofferente. Siamo amiche noi, siamo vecchie amiche, non è vero, Bebè? diceva la signora. Come mi chiamo? Signoa Aia rispose l'interrogata. Cara, cara, cara!

Solo mi duole la morte della sventurata Gabriella. Sentii però che ella era molto sofferente, che poco forse le rimaneva di vita, e ciò contribuì a calmarmi; altrimenti la sua triste fine sarebbe stata troppo dolorosa per me. Era una infelice, signora; quel veneziano deve avervi narrata la sua storia. .... e suo fratello? È partito stanotte con Dal Pozzo.

E la sofferente soggiunse con aria sentimentale: Che brutto contrattempo questo della bimba!... Era una serata così gradevole, in così buona compagnia!... Sarei rimasta fino a domattina! Pazienza!... Adesso conviene disporsi a far questa scala. Per la scala l'accompagno io, se non ha nulla in contrario. Si figuri!... Troppo gentile...

Ha lavorato tanto, a Firenze.... Non è il lavoro quello che lo abbatte così; io so di quali sforzi è capace quando ha sereno lo spirito.... Sentite, Perez, giacchè siamo su questo doloroso argomento.... Noi abbiamo aspettato con tanta impazienza questa vostra visita perchè speriamo molto in voi.... Non vedete com'è ridotto il mio povero Lodovico? Mi pare un poco sofferente, infatti. Che ha?

No, non la scrivo risposi. Li rividi sullo scalone. Avanti venivano la Tecla e il marito della bruna. La bionda scendeva lentamente, avvolta nelle sue bianche pelliccie come un uccellino sofferente, stanca, abbattuta, reggendosi al braccio di lui: vi si appoggiava con molle abbandono, ma aveva incrociate le mani, quasi per non lasciarselo sfuggire.

Alzò il capo: e s'accorse che il lume veniva dalle finestre della camera d'Enrica. Scorse un'ombra, poi un'altr'ombra di donna disegnarsi sugli arbusti illuminati. Enrica e Cristina vegliavano. Come mai, pensò il duca, a quest'ora ella, tanto sofferente, non si è coricata? Il duca ebbe l'idea di salire da sua figlia. Ma a un tratto le imposte delle finestre della camera furono chiuse.

Parola Del Giorno

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