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Aggiornato: 19 giugno 2025
Il prete che non soleva farsi uccellare, mise in disparte quel discorso, e fissandola bene tra ciglio e ciglio, le disse: «Dunque il signorino si può vederlo? «Ah! questo sì... rispose essa rimescolata cioè, posso guardare, era qui..., sar
Ah, signorino, mi disse Fortunata, presso la porta il piccino è molto malato. Dice il medico, che l'ha visto, ch'egli ha male ai polmoni. Il primo figlio, signorino mio! e le lagrime lo lucevano agli occhi-è una sventura grande! Avete visto com'è serio? Via, fatevi cuore, è bambino e guarir
Parlamene almeno. Sta bene? Pensa spesso a me? Dove va stassera! Ih! Che gragnuola di domande! Sta benone, si ricorda perfettamente del signorino, e stassera va a una festicciuola in casa d'amici. Dovevo andarci anch'io, ma adesso che sei qui tu, ci rinuncio. Una festicciuola di questa stagione? Che vuoi?
Quell'amore non l'aveva commossa. La lettera, come è noto, finiva con queste parole: «Scriva a suo talento il signorino, egli pure, ed affoghi nella consuetudine di tutti gli uomini suoi pari. Ahimè, mia bellissima! non ci sono creature perfette quaggiù; salvo te, s'intende, salvo la prediletta, la lontana dagli occhi, ma non dal cuor di Ginevra.»
Imparentarmi con nobili, non è mai stato di genio mio, e vi assicuro che non lo avrei fatto di buona voglia. Ma non vorrei ora che quel signorino di Parigi mi avesse stregata la mia figliuola! Oh, per questo, poi, non c'è da temere! disse Don Pietro. Fiordispina è una savia ragazza. Può darsi che lo vedesse di buon occhio, ma penser
Allora si metteva a tavola, e mandava giù, senza pure addarsene, il pranzo raffreddato. «Povero signorino!» diceva la cuoca, e almanaccava le disgrazie che avevano potuto ridurlo in quello stato; Antonio lo serviva senza far motto; la mestizia dell'ospite pareva ai custode la cosa più naturale del mondo.
«Date retta, Marta, la signora lasciatela in pace. «Ma se venisse il signorino a casa...? Questa ragazza.... «Lasciamo questi discorsi, Marta, e domani sarete più contenta d'avere parlato poco.» La fantesca tacque, gli aperse l'uscio, ed entrò dietro di lui.
Tu hai sempre la smania di buttare all'aria ogni cosa, disse l'Ernestina. Perchè lui viene da casa del nonno, ed è stato a veder pescare finchè gli è parso, pretenderebbe che noi restassimo con l'acqua in bocca! Grazie tante! Una volta per uno non fa male a nessuno, signorino. Eppoi se la mamma sar
Il vostro nome, riprese Gallo-di-fuoco al colmo della emozione, non può esser che Occhio-di-Anémone... ovvero... Abbasso l'ovvero! gridò la fanciulla battendo le palme avete colto nel segno di primo tratto... Io mi chiamo Occhio-di-Anémone... come voi, mio bel signorino, dovreste chiamarvi.... dovreste.... chiamarvi.... Via! Ajutatemi un poco...
«Scriva a suo talento, il signorino: cada egli pure ed affoghi nella consuetudine di tutti gli uomini suoi pari. Ahimè, mia bellissima! non ci sono creature perfette quaggiù; salvo te, s'intende, salvo la prediletta, la lontana dagli occhi, ma non dal cuore di Ginevra.»
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