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Aggiornato: 19 maggio 2025
Il colono capì all'accento che quello non era tempo da ridire al signorino una cosa; e taciturno gli tenne dietro immaginando che la signora Maddalena, gli avrebbe di certo seguiti col pensiero sull'altra via; e provava di ciò una sorta di rimorso, come a saperla a quell'ora, sola in una boscaglia.
Dica che tornerò. Oh si figuri! dopo la disgrazia... mi vengono i brividi! non so pensarvi, alzò le mani e gli occhi al cielo. Se poi la signora Rigotti volesse sapere il perchè non l'ho aspettata, risponda ella, caro signorino, queste parole: Il maestro Polli venne in citt
Te ne preme dunque molto di codesta non so che cosa, signorino mio garbato?.. Ah! mi farai credere che gli è in memoria dell'amico, che gli è per compassione di cuore che tu la cerchi con tanta sollecitudine, allorquando gli asini voleranno... E lei signor Marone la conosce questo mobile che mi ha tutta l'aria d'essere una di quelle civettuole e peggio, per cui loro zucconi d'uomini fanno le mille pazzie... Eh gi
Ah, Garasso! c'è della gran brutta gente a questo mondo! Il signorino con la scusa della pigione, s'è introdotto in casa. Da principio era più riguardoso; ma questa mane, credendosi solo con la signorina, ha lentate le redini. Gli aveva fatto i conti senza Michele, il poveretto! Io son capitato sul buono, e con queste dita che vedete l'ho afferrato pel collo e gli ho dato certe picchiate che se ne vorr
Erano stati bei giorni questi senza il signorino. Si era sempre mangiato in pace. Ed è gi
Marta che era lì appena fuori della stanza, strizzò l'occhio nell'udirlo, e ricordando che la sua pensata di dar Tecla per isvago al signorino, aveva mosso a sdegno la padrona; si fece tutta orecchi per sentir questa, che pronta rispose: «Non hai inteso? Tecla è a Santa G..., in casa ai parenti di sua madre...
Mario rideva e diceva: Era troppo bello con quel naso a punta e con quella barbetta; non ho saputo resistere alla tentazione di disegnarlo. Pensi, soggiunse il professore, che egli m'ha chiesto che cosa facesse colla matita il signorino.
Intanto, la furba inglesina andava pigliandosi spasso de' fatti suoi. Dite, mio bel signorino, vi sono io sempre antipatica? Voi? a me? chiese egli confuso. Sì, io. Non è questa l'impressione che io ho avuto la disgrazia di fare su voi? Ma chi ha potuto dirvi?... Eh, un testimonio credibile; la mia amica Giselda. Quel tradimento della signora Szeleny gli diede maledettamente sui nervi.
S'alzò di scatto da sedere, rigettò con forza il seggiolone, si slanciò dietro il banco che era lì vicino, come un oratore nella tribuna, e battendo violentemente su di esso col pugno chiuso, prima che Antonio avesse tempo ad aprir bocca, gridò: Che cosa vuole, signorino? Che cosa viene a far qui? Questo non è luogo per lei nè pei pari suoi. Mi pigli la porta subito...
Era contento, il signorino. E forse avrebbe dovuto non esserlo tanto, poichè rimaneva a Dogliani la figlia del droghiere, una stupenda biondina, colla quale avea ballato tre volte, e alla quale, una sera, attraverso il cancello dell'orto, aveva giurato un amore immortale. Ma sappiate, o lettori, che il signor Nicolino ci aveva un gran cuore, e che i gran cuori, come tutti i gran vasi, non sono grandi per nulla. Ben altro ci aveva a far capire il signorino, nel suo. Anche alla capitale lo aspettava un amore. Credo che fosse gi
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