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Aggiornato: 6 maggio 2025


Se vi piace, la fumerò. Egli le offerse il portasigarette russo, di argento, aperto: ella ne prese una, di sigarette, con le dita sottili: ma mentre gli chiedeva del fuoco, Massimo, preso da un subitaneo moto di collera, le strappò la sigaretta e la buttò giù, pei greppi. Non fumate, è una brutta cosa, somigliereste a tante donne che fumano.... tante donne....

I carabinieri, invece di chiuderci nella stanza di sicurezza, ci lasciarono sul margine del binario della stazione. Grazie! Ebbi tempo di fumare tre sigarette. In questo frattempo, vennero alla mia volta alcuni signori a domandarmi se ero il tale. Sissignori, risposi a colui che mi aveva interrogato. I signori si tolsero il cappello e si curvarono leggermente.

Più giù 3 case di Rotzo godono d'essere spaccate. Si fumano spensieratamente da come pacifiche sigarette. Invitano, implorano o sfidano le granate nostre che le sfondano con volutt

Egli stava quasi sdraiato in una larga poltrona di cuoio scuro e morbido, le lunghe gambe distese sotto la tavola, su cui disseminati piccoli bicchieri, svelte fiale di liquore, scatole di sigari e di sigarette, portaceneri di bronzo e d'argento.

Finita questa frugale mensa, ritirarono la tavola, ci fecero ancora lavare le mani, poi collo stesso apparato di prima ci offersero caffè e sigarette.

Ma abbiamo tutti i nostri momenti di follia in cui facciamo delle cose che ci sono aliene; delle cose, come voi dite, che non assomigliano a noi. Un'altra pausa. Non somigliava a voi il descrivermi le vostre tende di broccato rosa, e le vostre sigarette profumate, e i vostri gioielli, e i vostri amanti.

Bemolle stringeva i denti e non parlava. L'impresario viaggiava con loro, leggendo i giornali e soffiando nelle loro faccie il fumo delle sue sigarette; poi si addormentava colle mani in tasca, le lunghe gambe stese traverso lo scompartimento, e la bocca aperta. Bemolle lo guardava, covando foschi pensieri.

La freschissima brezza marina entrava dalle quattro finestre di quel lungo salone: appoggiato alla finestra, Fulvio guardava il mare, come assorbito. Ora Paola offriva le sigarette ai giovanotti e alle signore che osavano fumare. E la mano che porgeva il porta sigarette era così bianca, così pura di linee, che Fulvio sentì struggersi di tenerezza.

Allora, chetamente, essa ritornò in giardino, salì sul terrazzo e a quanti le domandavano della duchessa Eleonora rispondeva d'averla lasciata di sopra col dottor Foresti, presso il duca un po' indisposto. E girando le sale, fece intanto le sue piccole provviste di sigarette per , e anche di sigari per suo marito.

La prima cosa che ella tentò, per aprire la sua intelligenza, fu la lettura dei libri di Paolo Spada. Dopo pranzo, quando egli, fumate nervosamente quattro o cinque sigarette, si levava come mosso da un impulso automatico, per sedersi a scrivere, ella si levava e spariva. Nella sua borsa da lavoro, accanto al merletto all'uncinetto, delizia borghese di altri tempi, ella aveva sempre un volume, dei varii fra romanzi e novelle scritte da Paolo Spada: e in camera sua, si metteva a leggere. Lo stile prezioso, ricercato con quella tortura mentale che era una delle grandi qualit

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