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Aggiornato: 24 giugno 2025


Il palazzo di un ex-consigliere aulico, che sorgeva di fronte alla mia casa, zampillava di fuoco.... Nella via non rimanevano che tre sole finestre opache tre finestre serrate sdegnosamente dalle griglie.... E quelle tre finestre obbrobrio e sventura! rispondevano al mio appartamento. Fuori i lumi! fuori i lumi!! fuori i lumi!!!

E voi altri serrate sotto! Non un colpo; baionette spianate; e avanti, Savoia! Savoia! Come è dolce il tuo nome, gridato nella mischia sanguinosa! Come scorre facile, ardente dalle labbra, accompagnando il passo, affrettandolo contro le ordinanze nemiche! Savoia! Savoia!

Capitano, ecco la sua casa: voi lo serrate qui ligato; e voi altri entrate e cercate la casa, ché le trovarete, se non l'ará sbalzate in altra parte. PANFAGO. O Dio, che cosa avete inventato contro di me! Troppo acre vendetta per picciola offesa. ALESSANDRO. Che vendetta, ladronaccio? pensi con le tue paroline scappare ch'oggi il boia non ti abbia a far una pavana senza suoni sovra le spalle?

Allora provavo il bisogno di accertarmi della sua esistenza. volevo parlare per non rompere l'incanto: e mi passavo la sinistra mano dietro il dorso, e colla punta delle dita sfiorava il gomito del suo braccio che posava sul mio. Se aveva le maniche serrate ai polsi, le mie dita non incontravano che la stoffa dell'abito, ed ella non s'avvedeva di nulla.

Oh! zio! lasciate ! Silenzio. So il mio dovere. E serrate le imposte afferrò il garzoncello per un orecchio. Tu hai messo quei chiodi, mariolo. Ti manderò via, brutto ceffo. Poscia, picchiatolo a suon di tamburo, salì per coricarsi. Martuccia vide il fanciullo che piangeva, gli si avvicinò e gli offerse una scodella di latte caldo.

CRIVELLO. Ohi! e due! Che ti si secchi, che ti faccia il mal pro! SCATIZZA. Al corpo di Dio, che m'è infiata una gamba che par che la voglia recere. LELIA. Serrate. Addio. ISABELLA. Mi vi dono. LELIA. Son vostro. Io ho, da un canto, la piú bella pastura del mondo di costei che si crede pur ch'io sia maschio; dall'altro, vorrei uscir di questa briga e non so come mi fare.

Morire?... Questa parola gli mise il bujo nella mente; ma una volta che la terribile idea gli stette dinanzi, non potè più scacciarla da . Dopo lunghe ore di febbre morale, di martirio, al cospetto di quel futuro che non gli bastava l'animo d'incontrare, non pensò più al nome di suo padre, alla madre o alla sorella, infelicissime. Accosciato sulla sponda del letto, serrate al petto le braccia, pallido, immobile, si sprofondò in quel solo pensiero: poi, levatosi lentamente, guardossi attorno come chi commette un delitto, fece due o tre giri nella stanza, e con un sorriso forzato, quasi frenetico, mormorò: Ho vissuto abbastanza per capire che cosa è la vita; nessuno sapr

Un profumo inebbriante s'esalava dal suo corpo giovine; quel fazzoletto tiepido, uscito allora allora dal suo petto, scottava le mani di Mario.... Si sentì stringere la gola.... la sua ragione s'offuscò.... Corse all'uscio e mise il paletto. Serafina si voltò bruscamente. Perchè serrate? domandò spaventata. Ma il giovine non rispose: s'avanzava verso di lei, pallido, risoluto.

Le conversioni di 180 gradi si eseguivano tanto a righe aperte che serrate: si adoperavano per cambiare diametralmente direzione di marcia e si compievano per divisioni, mozze divisioni, per file ed anche individualmente per ogni singolo cavaliere.

Serrate le braccia sul petto a guisa di corazza, egli amava guardare dalle più alte rupi il fondo della valle, dove una via biancheggiante fra i castagni conduceva alla citt

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