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Aggiornato: 21 ottobre 2025


« Lasciai le mie lezioni, lasciai tutto; ti seguii in America, dove ottenni di dirigere l'orchestra d'un teatro secondario; e vissi vicino a te, e ti vidi, Fulvia; e la tua cameriera, che avevo saputo guadagnare, m'introdusse nelle tue stanze tutte le sere in cui per combinazione al mio teatro era riposo, mentre al tuo cantavi.

Non ve lo darei per parere, disse il giovinetto, tanto più voi, che costretta a ritornare dal magazzeno ad ora tarda, la compagnia d'un amico sincero e fedele vi sarebbe altrettanto utile.... che piacevole. Ma come sapete voi ch'io ritorno tardi? domandò meravigliata la biondina. Son varie sere che vi seguo senza aver mai avuto il coraggio d'avvicinarvi; cosa volete di più ingenuo?

Paolino Berlendi si alzò di scatto, e calò un pugno sulla tavola.... Quella, quella, quella! interruppe. «Tu ne me fais pas crême, va»! Mi par di essere a scuola! Per americana, io intendo quella che si vede in Piazza San Marco, nelle sere di concerto!

E gli scriveva che c'era il fidanzato, che la ragazza era di buona famiglia, figlia, nipote o parente, nientemeno, del famoso cavalier Cantasirena, e che andava tutte le sere all'opera al Manzoni con una cantante ungherese, certa Edita Schönfeld, che si faceva passare per contessa. E ripeteva, ancora, prima di finire: "niente da fare, onesta a tutta prova."

Nello stato di prostrazione in cui erano i vecchi una commozione troppo forte poteva ucciderli! Finito che ebbero il loro pasto frugale, Agatina disse ad Enrico: Andiamo a cercarla, come tutte le sere! Si alzò, prese il braccio del cieco, e traversarono insieme una fila di stanze. Agatina guardava dietro a ogni porta; il cieco, inquieto, frugava per tutto col bastone.

O Paseo del Arenal, fresco ed ombroso, che non potrò nelle mie sere d’esilio, nell’errante mio sogno dimenticare!... La bellezza vera del mondo è giungere dove ancora non si giunse, guardare alle finestre delle case dove non si conosce chi abita, essere per la prima volta nei giardini di una citt

Tra i molti e bei tipi di giocatori che conosco, uno dei più singolari è il commendatore Leopoldo Bonicelli, bolognese, capo-sezione ai ministero della guerra. Tutte le sere, dalle nove alle due dopo la mezzanotte, egli va a giocare in casa del generale Gandolfi, appassionato cultore anche lui del picchetto e dell'écarté.

Noi potremmo ora sgranare piamente il rosario degli adolescenti che caddero nella nostra guerra, come Roberto Sarfatti: ad ogni nome un’Ave, ad ogni gesta un Gloria. Tutte le sere, dopo il lavoro e prima del giusto riposo, ciascun uomo e ciascuna donna italiana dovrebbe recitarlo, in umilt

«E così, come io t'ho detto, giungo all'ora del pranzo, stanca, infastidita, prostrata. E il supplizio non è anche finito: s'ha da andare a teatro, o c'è conversazione. Qui si va molto a teatro, e tutte le sere nello stesso; e dove quasi tutte le nostre famiglie patrizie hanno il loro palchetto, dove tutti i nostri eleganti si d

Fioretti si profuse in discolpe e scuse, e baciandole le dita ingemmate, promise che ve l'avrebbe condotta l'indomani, e la sera appresso, e tutte le sere! Quindi Nino si accommiatò, con molti inchini e baciamani; e Fioretti lo condusse sino alla porta. Chi è? domandò Nino. Una «lady» dell'aristocrazia, disse Fioretti. Divorziata. Deliziosa, disse Nino.

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