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Aggiornato: 11 giugno 2025


Senta, signor capo guardia, non si potrebbe mica avere qualche sigaretta di quelle che mi hanno ritirate? Quest'altro, adesso! Vorrebbe la gallina e poi anche l'ovo. Vorrebbe farmi nascere la rivoluzione. Una sigaretta... guai se si sentisse il fumo.... Tutti gli altri vorrebbero fumare. Si starebbe freschi.

Giunto che fu nello studio, tirò fuori macchinalmente da un cassetto un mucchio di carte e sedette davanti alla scrivania. Per qualche tempo non gli venne fatto di raccapezzare un'idea. Era immobile, coi gomiti appoggiati al piano della tavola, col viso nascosto fra le palme. I bei conforti che gli venivano da Milano! I belli incoraggiamenti a proseguir la sua via! Ma non doveva aspettarselo? Sua madre non era stata sempre così? Ebbene, è vero, doveva aspettarselo; tuttavia egli non aveva rinunciato alla speranza che a poco a poco ella fosse andata formandosi un più giusto concetto della situazione, ch'ella avesse finito col render giustizia a suo figlio. Follie! Come se una donna potesse cambiar indole a più di quarant'anni! Ma Lucilla almeno avrebbe dovuto considerar le cose da un altro punto di vista, e invece, pur troppo, era evidente che Lucilla si trovava all'unissono con la signora Federica. Roberto ebbe un momento d'abbandono, di sfiducia tetra e desolata; ma ben presto lo sovvenne la sua consueta energia. No, no, egli non aveva il diritto d'esitare, non aveva il diritto di dubitare di , della rettitudine della sua condotta e de' suoi propositi. Quand'anche gli mancasse ogni altro appoggio, quand'anche si sentisse come un naufrago nell'Oceano, la sua tavola di salvamento egli l'aveva. Era il lavoro. S'immerse nelle sue carte, concentrò tutte le forze della mente nella relazione che s'era prefisso di compiere in quella notte; non volle pensar ad altro, e riuscì a non pensar ad altro. Le idee che si eran fatte tanto aspettare accorsero in folla, e la forma si piegò docile ad esprimer le idee. Egli scrisse per più ore di seguito, e, quand'ebbe finito, rimase sorpreso egli stesso dell'opera sua. Gli pareva davvero impossibile d'esser lui l'autore di una memoria, che nel nitido stile acconcio agli affari riassumeva tutti i dati principali della gestione della miniera e dava una guida sicura per non ismarrirsi in un labirinto di cifre. Questa virtù della perspicuit

E' pare che quando Dio promulgò la sua legge sul Sinai, si sentisse forte corrucciato contro la sua figliuola Natura; però che, a dirla fra noi, più peggio potevano contrariarsi gli appetiti di lei. Non pertanto confortatevi di questo: che quanto il Decalogo proibisce il cuore permette. Oh! no, signor Conte, il mio è diritto amore.

Don Pietro non poteva immaginarselo; indovinava per altro che avesse da dirgli molto, e che sentisse ancora di non essere indegno di perdono, poichè non aveva sfuggito il colloquio, anzi mostrava di desiderarlo tanto.

Il canonico fece una boccaccia; gli pareva ancora enorme quella somma; ma non c'era che fare, o mangiar questa minestra o saltar questa finestra! in fondo era un bon uomo, amava davvero il fratello; andò nella sua camera e benchè sentisse come uno schianto alle viscere, tirò la cassa che teneva sotto il letto, l'aperse, e, con gran sospiri ne cavò fuori cinquantun mila lire, trenta in carta, ventuno in oro.

E oltre a questo, accioché queste parole paressero aver piú d'efficacia, vollero che fossero sotto legge di certi numeri composte, per li quali alcuna dolcezza si sentisse, e cacciassesi il rincrescimento e la noia. E certo, questo non in volgar forma o usitata, ma con artificiosa ed esquisita e nuova convenne che si facesse.

Alla qual cosa fare Niso si profferse, e ingegnavasi di farlo occultamente da Eurialo; percioché conosceva il pericolo esser grande, ed Eurialo ancora un garzone, ed egli nol voleva mettere a quel pericolo. Ma non seppe fare che Eurialo nol sentisse; per la qual cosa convenne che Eurialo andasse con lui.

Al nostro geloso quella diagnosi amatoria piaceva poco, quantunque la sentisse in cuor suo profondamente vera. Tutta quella fila di successori gli dava maledettamente sui nervi, come a Macbeth la discendenza di Banquo, veduta attraverso lo specchio magico, nella caverna delle streghe. Parli per tua esperienza? chiese egli, con accento da cui traspariva l'umor piccoso della bestia.

Così respirarono tutti gli avventori del piccolo caffè, alle ultime parole dell'Intendente, mentre un pallido raggio di sole si faceva strada attraverso alla pioggia diminuente, come se anche la natura sentisse il bisogno di tirar il fiato dopo quella interminabile filastrocca.

E intanto io spiavo l'occasione di potergli dir qualche cosa in un cantuccio, che nessun altro sentisse. Ah! non mi mancavano mica, allora, le cose da dirgli. Il coraggio m'era venuto, mille domande mi s'affollavano. Avrei dato un anno della mia vita per poter esser solo un'ora con lui, e afferrarlo per le mani, e dirgli sfrontatamente, guardandolo fisso: Ma insomma, Hugo!

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