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Bissi non osava di dirmi una parola di conforto. Così passarono parecchi giorni. Entravo per pochi minuti, due, tre volte il giorno nella camera di Fausta, ripetendo lo sforzo di costringimento, senza sentirmi commovere dalla vista della creaturina attaccata al seno della madre beata di sentir scorrere abbondante nella bocchina, che suggeva il capezzolo, l'affluenza del latte.

se ne sta ferma, a posto; ma se dev'esser me, io le posso assicurare che a sentirmi dire «buon giorno» a quel modo e con quel tono, sarei scoppiata a ridere, proprio così come ho riso! Il padre (avanzandosi un poco anche lui). Ecco, gi

Mi era perdurata l'impressione di quel «me» malato che mi era parso di lasciarmi addietro partendo per Milano; mi era perdurata anche la impressione di sentirmi divenuto affatto un altro appena arrivatovi. Ed ora? mi domandavo. Mi accomiatai bruscamente, senza darle nessuna spiegazione del mio contegno.

Ma se tutto era finito esternamente, le dolci sere passate insieme, i lunghi colloquii, le confidenze, le trepide attese e la irrompente gioia di sentirmi vicina un'anima come la sua, non era finita, no, la trasformazione della mia anima. Egli mi aveva presa su di un piccolo romito sentiero e sollevandomi in alto colle sue ali poderose mi aveva mostrato gli orizzonti della vita.

«Oh, no! povero babbo mio, non voglio più restare a letto; voglio sentirmi sempre bene e avere una bella ciera e fare il chiasso perchè tu ti rassicuri, perchè non t'affligga tanto a causa mia.

»Dicevamo che il signor De Emma aveva con due giovani donne: una, sua moglie, l'altra, italiana, vezzosissima, i cui rapporti colla famiglia rimanevano ignoti... allora... poi trapelò... Il timore di sentirmi ripetere ciò che avevo inteso di Mansueta mi spinse a tentennare il capo con impazienza,

Poteva dirle: «Le mie notti sono più torturanti delle tue; la mia vita è più spaventevole della tua; la mia giovinezza sfiorisce in un desiderio vano di sentirmi amata, nell'agonia di trovare un affetto più caldo, più misterioso, più inebbriante del tuo affetto di sorella?»;

Aiutami, Tullio! Aiutami! Stringeva forte, assai forte, ma non a bastanza per me che avrei voluto sentirmi penetrare nel braccio le sue unghie, smanioso di uno spasimo fisico che mi accomunasse allo spasimo di lei. E, tenendo puntata la fronte contro il mio omero, metteva un mugolio continuo.

Mi sono ora espresso a bastanza chiaro, perchè non possa più esser frainteso allorchè parlo di persone vive, e perchè non abbia a sentirmi attribuire la sciocchezza che unicamente le persone materiali, esteriori debbano in arte stimarsi vive? Mi pare di . Ed ora eccoci a un ultimo equivoco. Io le ho detto: l'Arte agonizza perchè la riflessione e la scienza la uccidono.

Mi hai domandato più volte: Come ti senti? Perchè? Che ti pare? Invece di rispondere alla domanda, don Rocco avea domandato alla sua volta: Non ti senti proprio niente? Che cosa dovrei sentirmi? Mi metti paura. Non badarmi. Mi sono ingannato... Credevo....