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Aggiornato: 25 giugno 2025
Lord Pepe rappresentava in quel momento l’uomo che viaggia; perfino le sue ghette sembravano fatte apposta per andare in treno; chiunque l’avesse veduto in quel perfetto abito da grand-express, avrebbe detto senz’altro:
Sembravano due ragazzi accaniti in una gara ingenua, ed eran due odii che si cercavano, una coppia che travisava la lotta dei sessi, la quale finisce con un abbraccio, e qui non aveva speranza di finire se non con qualche impreveduta violenza. Tale era divenuta a poco a poco l'intimit
Di enorme, colui aveva soltanto gli orecchi, che sembravano due sotto coppe appiccicate dietro le tempie, e si movevano stranamente mentre masticava; Cardello guardandolo, si tratteneva a stento dal ridere.
I boschi tacevano. Per la distesa dei prati un silenzio d'ineffabile stanchezza si dilatava fino alle più remote lontananze, che sembravano naufragare in una tenebria trasparente.
Erano giovinastri appena usciti dalle riforme e da' licei novelli, che a' sensati sembravano storditi nelle lor controversie e parallelli. Strillavano argomenti non piú uditi, con un vero martirio a' lor cervelli, impuntigliati a riedificare il modo di pensare e giudicare.
Malgrado la presenza dell’ospite, mio padre ed io ebbimo l’onore di cenare coi padroni; io non ben persuaso, osservavo la contessa ridiventata oramai la marmorea donna dei giorni innanzi. Qualche volta gli occhi del cavaliere sembravano tradire occulte tenerezze e desiderii d’amore, ma essa ne sosteneva gli sguardi con verginale ignoranza.
I suoi occhi erano fissi sulle colonne di quel diario, ma sembravano guardare di dentro piuttostochè di fuori, parevano aver concentrata tutta la loro virtù visiva in sè medesimi, e non occuparsi che di ciò che avveniva nell'animo del giovine.
Gli occhietti neri, vivaci, troppo piccoli, scomparivano nel grasso della faccia, sembravano due bucherelli neri; il naso rotondo, come senza ossa, lucido, polputo nelle nari, era sommerso fra le due masse carnose delle gote.
L’acqua verde si muoveva come una bene intramata stoffa di seta. Le acacie stormivano; il chiaro di luna dormiva su l’acqua orlata di sottili frange. Un lume rosso brillava sul Castello di Monte Urgull. Le cabine da bagno, addossate le une alle altre su la bianca riva, sembravano in lontananza un gregge addormentato.
Intanto l'acqua cadeva ancora a rovescioni e la smorta luce della lampada quasi sentisse ribrezzo della bufera dei colli pareva dileguasse e svanisse. Il duca e Cipriano, seduti a lato del tavolo, erano pallidamente rischiarati da quella fioca fiamma, e le loro fredde e rigide figure sembravano due statue da cimitero. Dottore!
Parola Del Giorno
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