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Aggiornato: 12 giugno 2025
Ebbene, siedi lì che ti conterò in breve la storia di questa brava gente: quando la saprai, avrai finito di dubitare. Il signor Biale, così cominciò Selva, come gi
Ne la prima «selva» contienesi, adunque, l'uomo studioso ed avido d'imparare mettersi prima in considerazione di queste cose piú basse de l'umana natura, fra le quali se l'arte liberale con la industria insieme non fusse, oh quanto inferiore a gli altri animali sarebbe l'uomo, non cosí provvisto da natura contra le ingiurie del tempo, quanto di piume, squame e peli sono quelli!
Qui cade in acconcio uno scampolo di descrizione. Il giardino di Laurenti era una lista di terreno, che correva per forse cinquanta metri lunghesso la collina, e dal lato della scesa era sostenuto da uno spesso muraglione, del quale ogni acquaio, ogni screpolatura, alloggiava un cespo di semprevivi, di capperi o d'altre pianticelle di facile contentatura. A' piedi del muraglione si dilungava comodamente una conserva di piante esotiche, ultimo lembo di un vasto giardino, anzi di una villa signorile, che andava a far capo ad una palazzina gialla, il cui piano superiore e il tetto rilevato a quattro acque, col suo parafulmine in cima, si vedevano sbucare da una selva di magnolie e di allori. Intorno a quella palazzina era il vero giardino, con ogni maniera di fiori; e tra il giardino e il muraglione saliva dolcemente una larga prateria, qua e l
similemente a colui che venire sente ’l porco e la caccia a la sua posta, ch’ode le bestie, e le frasche stormire. Ed ecco due da la sinistra costa, nudi e graffiati, fuggendo sì forte, che de la selva rompieno ogne rosta. Quel dinanzi: «Or accorri, accorri, morte!». E l’altro, cui pareva tardar troppo, gridava: «Lano, sì non furo accorte
Respirava come un'assetata d'aria pura in una pinnacolata selva di balsamifere. Alcuni giorni squallidi ed inutili seguirono, di cui Natura non dava credito; li contava buoni sulla bilancia, e li avrebbe fatti pagar con la morte.
In quella Giovanni Selva usciva dalla porta da via di Vanardi, vedeva costui e lo accostava sollecito. Una novit
Il fuoco del sole si spegneva dietro i monti, la selva degli olivi si velava d'ombre, la sala si oscurava. A un momento Giovanni, che s'era messo a leggere il giornale accanto alla finestra, si alzò dicendo: Buio via buio, buio pesto! E pregò Giuseppe che accendesse il lume. Fu il segnale. Il mio cuore battè forte; e d'un colpo l'immobilit
Alza la fronte, e per lo ciel tal volta E per gli aerei campi il ciglio gira, Nè men tal volta de la selva folta Tra pianta e pianta intentamente mira; Nulla non vede, e via più sempre ascolta Fiero rimbombo di minaccia e d'ira, E de le trombe eccitatrici i carmi, E 'ntorno Rodi ogn'or gridarsi a l'armi. Quinci ratto assalir l'infide genti Grande gli corre ardore entro a le vene.
Vexatio dat intellectum. Laonde, come ne la terza «selva» noi leggemo, l'uomo angustiato ricorre al divino suffragio: e Cristo gli appare bello e pietoso, cavandolo benignamente di quella ignoranzia d'amore, e talmente li tocca il core, che 'l giovene, giá venuto virile, si mette in considerazione di quanto mai fece Iddio per l'uomo.
Selva non si mosse di l
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