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Aggiornato: 16 maggio 2025


All'Anguillara fu sostituito Melchior Guilandino con ducale 20 settembre 1561, e col semplice carico di custodire e governare l'orto de' semplici; al quale poscia con altra ducale 1565 20 febbrajo more veneto, e con aumento di stipendio, fu aggiunto l'obbligo di leggere, dichiarare, e mostrare alli scolari nel medesimo orto; ond'ebbe il suo principio la cattedra di botanica, e fin d'allora fu accordato al professor d'essa luogo nel ruotolo tra gli altri professori, e in seguito fu sempre riguardata e premiata come una delle principali e più importanti. Ebbe il Guilandino più ricondotte, e finalmente con ducale 24 maggio 1578 e con singolare esempio fu confermato nell'impiego a vita coll'onorario di secento fiorini all'anno, considerabilissimo in quei tempi; e lo godette fino all'anno di sua morte 1590. Era il Guilandino o Villandino, com'è chiamato nelle scritture di quei tempi, di Konisberga citt

Ma ecco, finalmente, un po' di strada da cristiani; ecco il battuto della piazza maggiore; ecco la chiesa, la parrocchiale di San Giorgio; e più su, in capo ad una piazza, che scende larga in pendìo, la mèta del suo viaggio, il suo palazzo, il «Castèu». Meritava il nome con cui era stata battezzata, e sotto cui era comunemente riconosciuta, la vecchia casa dei Sospelli di Vaussana; castello del Trecento, o giù di , con la sua torre da un lato, con le sue logge alte al secondo piano, fors'anche coi merli e le caditoie; restaurato quindi a palazzo signorile, nel corso del Secento, gran colpevole un po' da per tutto di simili trasformazioni architettoniche.

Il salotto della marchesa di Priamar era un luogo assai malinconico, sebbene dagli affreschi della volta sorridessero ai visitatori mortali tutti gli dei dell'Olimpo, raccolti a convito dal pennello del Tavarone, e sulle vaste pareti un'Armida scollacciata trattenesse con isvariate lusinghe il suo Rinaldo nelle sbiadite verdure di quattro magnifici arazzi di Fiandra. In quell'ampio salotto si smarriva la luce, bevuta a larghe fauci da quattro alti finestroni, scarsamente illuminando i più suntuosi arredi che il Secento avesse tramandato alle cure restauratrici degli stipettai d'oggidì. Vi regnava il fasto per entro, pompeggiava nel damasco, splendeva nel bronzo, ma severo come le pieghe di quel superbo tessuto, contegnoso come i fregi di quel ragguardevole metallo. Un'aria grave di nobilt

AP. Gli antichi hanno solamente celebrate tre o quattro maghe famose: la maggior parte poi furono dette Medee, e molte anco Canidie, e ai tempi nostri non è stata una sola Erittona. FR. Ti maravigli che siano state secento Medee, avendo tu pure per cosa certa (senza maraviglia nissuna), ch'in una citt

Allora apparteneva a un monastero di Cisterciensi. I contemporanei tacciono il nome di costei, e della famiglia. Mugnos, scrittor del secento e favoloso, la disse figliuola di Ruggier Mastrangelo. Perchè ei non cita autore alcuno de' tempi, d'altronde si raccomanda per alcun lume di critica, nol citerò in questo, in altro luogo della narrazione. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 4.

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