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Aggiornato: 18 maggio 2025
Ed ebbe allora cominciamento, da una atroce calunnia, quella turpe guerra sleale d'accuse non provate mai nè fondate, d'insinuazioni impossibili a confutarsi, di sospetti introdotti in una pubblicazione per giovarsene poi in un'altra, di congetture gesuitiche sulle intenzioni, di frasi strappate all'insieme d'uno scritto e mutilate e isolate e tormentate a farne escire un senso contrario alla mente dello scrittore, che la polizia francese dei tempi di Luigi Filippo insegnò alle polizie dei tirannucci italiani e che, continuata con insistenza sistematica da storici, uomini in ufficio, gazzettieri anonimi, scribacchiatori d'opuscoli e aspiranti a impieghi o sussidî, e spie e trafficatori di parte moderata per tutta Italia, ci seguì, come i corvi gli eserciti, per oltre a trent'anni di vita; m'assalì sui fianchi, alle spalle, raro o senza nome di fronte, latra anch'oggi e ringhia e urla contro ogni mio atto vero o inventato di pianta, e riuscì, colla plebe dei creduli e di quanti, irati nel segreto dell'anima alla propria impotenza, abborrono, come i gufi la luce, chi fa o tenta di fare, ad accumulare nella mia patria, e qui dov'io scrivo, le taccie di comunista, e socialista settario, d'uom di sangue e di terrorista, d'ambizioso intollerante esclusivo e di cospiratore codardo contro me che confutai stampando le sette socialistiche a una a una, chiamai il terrorismo francese delitto d'uomini tremanti per sè, sagrificai, non curando il biasimo de' miei più cari, la predicazione delle mie credenze a ogni probabilit
Non lo credevano. Speravano e sanno ch'io, nato di popolo senza tradizione di nome illustre, senza ricchezze per comprare satelliti e scribacchiatori, senza prestigio di milizia, senza capacit
In quelle ricorrenze, la boemia dei poetastri gracidava dalla Gazzetta i suoi inni pindarici. I poeti e i letterati, meno qualche eccezione, passavano per spie. La calunnia non rispettava le grandi intelligenze, e imperversava sulla turba degli scribacchiatori.
Come sacerdote discreto io attesi rimediarci senza scandalo, provando un po' se ci fosse verso di applicare ai tristi scribacchiatori certo mio trovato, che fece la mano di Dio per liberarmi la canonica dai topi l'altra volta ch'io ci fui nel mondo: e il trovato fu questo; chiappai quanto più potei topi, e pel cocchiume gli misi dentro ad una botte, dove gli lasciai tanto, che si divorassero fra loro; uno solo sopravvisse, immane per mole, e per ferocia; e questo presi, e dopo avergli appiccato un sonaglio al collo lasciai andare per casa, dove così ferocemente continuò ad esercitare le parti di carnefice contro i tipi, che San Domenico non fece di peggio contro agli Albigesi.
Parola Del Giorno
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